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Filo-putiniani in tour nelle città del Pd: scoppia il caso

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Simona Pletto
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Putin chiama, i sindaci pd rispondono «da» (sì, in russo) alla concessione di sale pubbliche per incontri a base di propaganda russa. Salvo poi scornarsi fra di loro per posizioni diverse sull’invasione russa in Ucraina. È il caos, aumentato dal ribaltamento dei ruoli: ora i filo-russi non sono più quelli di destra. Chi strizza l’occhio all’invasore con improbabili teorie pacifiste, oggi è casomai la sinistra. Ecco allora che da Modena a Lucca, da Bologna fino a Milano, i contestati incontri “culturali” putinisti aumentano nel nostro Paese, in particolare nei Comuni, sarà un caso, guidati da primi cittadini dem (ad eccezione di Lucca). Sono quattro le date di propaganda filo-russa in programma a gennaio. E c’è già chi, sempre a sinistra, contesta le scelte dei colleghi di partito di prestare il fianco (o meglio, le sale) ai russi. «L’Italia è oggetto di una campagna di disinformazione russa», ha tuonato la deputata dem Lia Quartapelle. «Questa macchinazione non può passare sotto silenzio. Il governo deve reagire. Chi propaganda le azioni di un regime invasore non può essere ospitato gratis in uno spazio pubblico». Magari neanche a pagamento, aggiungiamo noi. Peccato però che lo stesso sindaco Pd di Modena Gian Carlo Muzzarelli, travolto dal fuoco amico e dalle polemiche arrivate fino all’ambasciata di Kiev dove è scoppiato un vero caso diplomatico, abbia deciso comunque di non annullare la conferenza dell’associazione culturale russa Emilia Romagna che si terrà il 20 gennaio, dal titolo «La rinascita dopo la guerra» dedicato alla ricostruzione di Mariupol, città rasa al suolo e conquistata dal Cremlino.

 

 


 

A nulla dunque sono valse per orale pressioni. L’altro ieri infatti anche l’ambasciata ucraina in Italia aveva chiesto al Comune di Modena di ritirare l’autorizzazione all’uso della sala civica. Ieri i Radicali italiani, i Radicali Modena e altre associazioni ucraine modenesi e di tutta Italia, hanno annunciato che scenderanno in piazza Mazzini a Modena proprio il 20 gennaio «per dire basta alla propaganda del Cremlino in Italia, e per promuovere la solidarietà internazionale in difesa dei valori di libertà e democrazia». Come detto, questo non è l’unico evento filorusso in programma in Italia nelle prossime settimane, a pochi mesi dalle elezioni europee che riguarderanno anche il sostegno occidentale all’Ucraina. Nella presentazione della conferenza a Modena, tra i relatori c’è Eliseo Bertolasi, rappresentante italiano del Movimento Internazionale dei Russofili; e Andrea Lucidi, giornalista freelance attivo in Donbass e con posizione anti Ucraina. Lo stesso che troveremo il 27 gennaio al centro sociale “Villa Paradiso”, spazio di proprietà del Comune di Bologna, in collegamento video per la proiezione del film russo “Il testimone”, sul conflitto in Ucraina e finanziato dal ministero della Cultura russo.

Tra gli ospiti, Vincenzo Lorusso di Donbass Italia. Ieri sera il sindaco Pd Matteo Lepore si è detto «contrario all’evento» e ha chiesto agli organizzatori di annullarlo. Per Francesco Sassone, consigliere comunale di FdI: «È inacettabile, questo evento non doveva neppure essere programmato. Lepore dimostra di non essere in grado di verificare quel che accade nelle sale del suo Comune».

 

È certa per ora invece la partecipazione del filosofo russo Aleksandr Dugin, considerato uno degli ideologi di Vladimir Putin e sostenitore dell’aggressione all’Ucraina oltreché della supremazia di una Russia euroasiatica sull’Occidente, sia pure in videocollegamento, all’evento del 27 gennaio dal titolo “Verso un nuovo mondo multipolare” organizzato al Grand Hotel Guinigi di Lucca dall’associazione Vento dell’Est. L’incontro ha ricevuto critiche da Forza Italia e dal Pd, che hanno espresso preoccupazione per la diffusione di teorie politiche estremiste e violente. Ma gli organizzatori hanno annunciato nelle scorse ore che la mostra-conferenza sarà accessibile solo scrivendo una mail all’Associazione culturale Russia Emilia Romagna e dopo conferma. Per via delle «numerose adesioni», dicono. Ma la propaganda in salsa putiniana non si ferma qui: il 14 gennaio a Milano, allo Spazio Ritter, il convegno sarà dedicato alla figlia di Dugin (“Darya Dugina e il Donbass”, il titolo) con ospite ancora una volta Bertolasi. E non è detto che il calendario pro Mosca finisca qui. 

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