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Autonomia, toh: i compagni adesso scoprono il Tricolore

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Alberto Busacca
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Bandiere tricolori, inno di Mameli, richiami alla Patria e alla Nazione. Di cosa si tratta? Una manifestazione della solita destra sovranista? Una partita della nazionale di calcio? Assolutamente no, niente di tutto questo. Per una volta, a riscoprire i simboli dell’Italia sono stati i politici di sinistra, a partire da quelli del Partito democratico. È il primo effetto della legge sull’Autonomia, che se non altro, al momento, ha già fatto un piccolo grande miracolo. Poco dopo il via libera del Senato, infatti, gli esponenti dell’opposizione hanno iniziato a intonare “Il Canto degli italiani”, mentre i dem sventolavano addirittura dei cartoncini tricolori (qualcuno lo mostrava al contrario, con il rosso a sinistra, ma vabbé, non stiamo a sottilizzare, l’importante è il pensiero...).

Non è una cosa da poco, visto che da quelle parti non hanno tanta dimestichezza con queste cose. Provate a guardare le immagini delle vecchie manifestazioni del Pci (se ne trovano parecchie anche su internet): tante bandiere rosse, qualcuna dell’Urss, ma di quelle italiane non c’è quasi mai traccia. E le cose non sono migliorate neanche negli ultimi anni. Ai cortei della sinistra è più facile trovare delle bandiere arcobaleno, della Jugoslavia di Tito o della Palestina che dei tricolori.

 



Idem per le canzoni. Certo, “L’Internazionale” e “Bandiera rossa” non le canta quasi più nessuno, ma “Bella ciao” viene usata decisamente di più dell’inno di Mameli. Insomma, la svolta di martedì è una buona notizia, anche se non sappiamo quanto a lungo possa durare questo spirito patriottico...

Di certo, dopo lo show di Palazzo Madama, è arrivato anche il momento delle dichiarazioni. E di nuovo le sorprese non sono mancate. «È un giorno triste per l’Italia», ha detto Marco Sarracino, deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale del Pd. «Nel silenzio dei “patrioti”, il Senato ha approvato l’autonomia differenziata. Una proposta vecchia, sconveniente e ingiusta. Ma non è finita. Il Pd continuerà a battersi contro questo disegno». E ancora: «La differenza è tutta qui: il Pd con il tricolore per difendere l’unità e la coesione nazionale, loro con il leone di San Marco perla secessione dei ricchi».

GOOD BYE, LENIN!
Ora, che un dem sventoli la bandiera verde-bianco-rossa per «difendere l’unità e la coesione del Paese» è già una cosa insolita, ma è addirittura clamoroso che lo faccia Marco Sarracino, noto per un vecchio post sui social in cui inneggiava alla rivoluzione bolscevica con tanto di immagine di Lenin. Un cambio di bandiera sicuramente da apprezzare, anche se tricolore e inno non andrebbero usati solo in maniera strumentale per attaccare il governo...

Altre dichiarazioni in ordine sparso. Piero De Luca (deputato Pd): «Il governo distrugge l’Italia unita». Vincenzo De Luca: (presidente della Regione Campania): «Siamo di fronte a un vero e proprio “Controrisorgimento”, che nega l’unità d’Italia e tradisce il Sud». Peppe Provenzano (deputato Pd): «Eccoli, i “patrioti”. Vogliono frantumare l’Italia e l’interesse nazionale». Nicola Zingaretti (deputato Pd): «La destra al Senato ha approvato una legge che spacca l’Italia. Una scelta contro la quale continueremo a combattere per difendere la nostra Patria». Giuseppe Conte (leader M5S): «Io sono un cittadino e un politico che non ha assolutamente paura di usare la parola Patria. Però se io parlo di Patria come di Nazione, come di “nostro Paese”, so che è una e indivisibile e che deve marciare in maniera coesa». Unità d’Italia, interesse nazionale, Patria, Nazione... che strano sentire queste parole dette da esponenti di partiti che di solito fanno di tutto per screditare il nostro Paese dentro e fuori dai confini (ultimo caso qualche giorno fa, quando, su input della sinistra nostrana, al Parlamento europeo si è discusso dell’allarme fascismo a Roma). Detto ciò, comunque, è necessario rassicurare i progressisti: la svolta patriottica è apprezzabile, ma non preoccupatevi, l’autonomia non spacca l’Italia e non toccherà a voi difendere l’unità nazionale. Grazie al cielo... 

 

 

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