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Cdm, via libera alle "legge-Ferragni": le sanzioni contro chi gioca sporco

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Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl contenente norme finalizzate a rendere più trasparente la beneficenza, il cosiddetto "ddl Ferragni", con misure più stringenti anche per testimonial e influencer

Multe quindi fino a 50mila euro per la violazione delle nuove norme sulla trasparenza della commercializzazione dei prodotti i cui proventi vadano in beneficenza. Lo ha sottolineato il ministro per le Imprese Adolfo Urso al termine del Cdm che ha approvato il disegno di legge di "quattro articoli" che adesso passa al Parlamento. Il ddl "risponde ai principi di trasparenza che hanno sempre caratterizzato l’azione del nostro governo e assicurare che l’informazione sia chiara e non ingannevole quando vengono commercializzati prodotti i cui proventi vadano ad iniziative solidaristiche", ha detto Urso in conferenza stampa.

Tra le disposizioni, anche l’obbligo per i produttori "di riportare sulle confezioni le informazioni tra le quali l’importo destinato alla beneficenza se predeterminato", ha spiegato. 

E ancora, il ddl stabilisce che produttori e professionisti comunichino all’Antitrust l’attivazione di questa attività promozionale e il termine entro cui è stato effettuato il versamento dell’importo. In caso di violazione sono previste sanzioni da 5mila a 50 mila euro e "il 50% ricavato delle eventuali sanzioni serva a iniziative solidaristiche" da stabilire con un successivo decreto, ha aggiunto Urso. 

Ma non c'è solo il ddl Ferragni. Via libera anche al dl election day, provvedimento che, tra le altre cose, accorpa la data delle elezioni europee, del primo turno delle amministrative e delle regionali in Piemonte, Basilicata e Umbria. E alla norma - contenuta nel dl election day - che apre al terzo mandato per i sindaci dei comuni tra i 5mila e i 15mila abitanti. Per i comuni sotto i 5mila abitanti il tetto ai mandati viene totalmente eliminato.

Disco verde anche alla versione finale del dlgs sull'accertamento, che contiene le norme sul concordato preventivo biennale, e al ddl che introduce un giro di vite sugli hacker e più in generale sui reati legati alla cybersicurezza.

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