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Elly Schlein, la mozione del Pd un assist per Hamas

Francesco Storace
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Due popoli, due Stati, due Pd. Una fatica enorme, per quelli del Nazareno. Il compito di ieri era «redigere una mozione unitaria sul Medio Oriente». Spunta di qua, togli di là, cancella quello, metti questo, e alla fine è uscito fuori un pastrocchio che se governassero loro manderebbe a sbattere premier e ministri davanti alla comunità internazionale. La Schlein, comprensibilmente, ne era felice, e quando le ricapiterà più. Anche perché a lei piacciono le parole difficili, faticose, negatrici l’una dell’altra. Et voilà, i giochi sono fatti. Hanno tirato fuori una mozione che al più sarà inservibile perché piena di concetti irrealizzabili e anche di errori grossolani. A dover mettere d’accordo tutti quelli che la pensano all’opposto tra di loro ci vuole molta fantasia. E loro indubbiamente ce l’hanno... Per la serie il compromesso inservibile, Elly e i suoi compagni avevano l’obbligo di mettere d’accordo proprio tutti, da Guerini riformista a Boldrini massimalista. Cani e gatti attorno allo stesso cibo, mica facile.  Pietanza numero uno? Lo Stato palestinese, magari anche «immediatamente», sennò che raccontiamo a Giuseppe Conte che dietro l’uscio ne scriveva una ancora più tosta, di mozione.

SOLDI ALLE ONG
Ma resta del Pd l’esibizione più spettacolare sul proscenio internazionale. Mentre il mondo trema per i rischi di allargamento del conflitto, doveva il loro pensiero? Ma è ovvio: bisogna «ripristinare i fondi per le Ong italiane che operano in Palestina e Israele». Eppure i soliti pettegoli raccontano che dall’Onu ne arrivano assai di quattrini. Sarà gossip... Dimenticavano l’obiettivo più realizzabile per Gaza e compagni, quello che basta pronunciarlo e tutti si accucciano: «Immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza». Mozione sì, ma degli affetti. Valenza politico equivalente a zero. Solo propaganda. In praticano, già notano pure sui social, un lavoraccio per accontentare tutti (nel partito) e non risolvere nulla (sul pianeta Terra). Fantastico il tweet di Alfio Caruso, giornalista di lungo corso: «Nella mozione Pd è condannata Hamas, richiesta la liberazione degli ostaggi israeliani, criticato il governo Netanyahu, auspicato il “cessate il fuoco”, ribaditi la formula dei “due popoli due Stati” e il riconoscimento della Palestina. Pacchetto di sanzioni contro i coloni colpevoli di crimini verso la popolazione palestinese in Cisgiordania (ma come dice anche Tajani non sono certo terroristi, ndr). Alla fine era sfinito pure il bilancino». Eh già, perché quando avverti i gridolini di giubilo da un fronte interno all’altro del Pd, esperienza insegna che devi aspettare l’aula per quando si voteranno i documenti. E si divideranno su quelli altrui.

 


CONCRETEZZA
Perché alla fine dei giochi sulla politica internazionale occorre saper superare la prova della concretezza rispetto ai miraggi che si prospettano. Immancabilmente, il Pd vuole pure «una Conferenza internazionale di pace che ponga fine al conflitto israelo-palestinese, attraverso la soluzione politica dei “due popoli, due Stati”, in linea con le risoluzioni dell’Onu, che non può prescindere da un rinnovato ruolo dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) nella costituzione di uno Stato democratico palestinese, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, sulla base del principio del reciproco riconoscimento». Ripresi dal fiatone dopo la lettura, che resta se non l’amara considerazione che tutto questo è illusorio di fronte al sangue che scorre?

 

 

E I CORTEI?
Peccato che non si sia trovata neppure una riga di spazio per mettere nero su bianco una sola parola di censura per le manifestazioni pro Hamas che hanno infestato anche le piazze italiane nelle settimane che ci lasciamo alle spalle. Come sul corteo che indigna la comunità ebraica che proprio nel giorno della Memoria si sentirà oltraggiata nei propri sentimenti, e che il governo ha chiesto di non svolgere. Ma tant’è. Se nel Pd parlano di queste cose la mozione diventa carta da coriandoli buona per il Carnevale prossimo venturo. Meglio il rattoppo che una cosa seria. Quella la lasciano al governo. 

 

 

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