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Daniele Capezzon smaschera Elkann: "Da sempre la tradizione della casa"

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Prosegue la trattativa complicata di Giorgia Meloni con Viktor Orban sulle sorti di Ilaria Salis, la 39enne antifascista italiana in prigione da un anno a Budapest e trascinata in catene in tribunale qualche giorno fa. 

La premier italiana, segnala Daniele Capezzone nel suo "Occhio al caffè - Rassegna politicamente scorrettissima" di oggi per Libero, con il premier ungherese "ha altre due partite aperte, una politica e una istituzionale". 

Quella politica è l'ingresso del partito di Orban nell'Ecr, il gruppo conservatore guidato da Fratelli d'Italia e dai polacchi all'Europarlamento. L'altra, quella istituzionale, è il vertice del Consiglio Europeo con l'Ungheria che toglie il veto sugli aiuti Ue all'Ucraina. "Un po' tutti i giornali, chi con maggiore soddisfazione chi con il groppo in gola, devono riconoscere il ruolo della Meloni nello sblocco di questa situazione".

 

 

I retroscena di Galluzzo sul Corriere e Lombardo sulla Stampa riferiscono di una trattativa al calor bianco a Bruxelles: "Tutti chiusi in una stanza, tutti a puntare il dito contro Orban e a dirgli 'è colpa tua, ti togliamo i fondi'... Speriamo che non sia andata davvero così - chiosa il direttore editoriale di Libero -, speriamo che non sia stata simile al confronto tra un preside e un alunno difficile".  

Altro tema del giorno, la trattativa tra Stellantis e il governo italiano: "Qual è la tradizione di sempre della casa, fin dai tempi della Fiat, bussare e chiedere denari pubblici, ironizza Capezzone sulla strategia di John Elkann e del Ceo Carlos Tavares. Non basta un miliardo di aiuti al settore automotive, minacciano di chiudere gli stabilimenti italiani. E come si risolve la cosa secondo la logica del ministro Urso? Nazionalizzando...".

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