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Rai, la verità? TeleMeloni non esiste, Elly Schlein se ne faccia una ragione

Francesco Specchia
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Prendiamola come un rito dovuto, o un riflesso psicomotorio, o una protesta romantica contro la banalità della vita quotidiana direbbe Somerset Maugham. Prendiamolo così l’adunata rumorosa di Elly Schlein contro la Rai e sotto la sede Rai del Cavallo morente, assieme al suo Pd in tenuta da sommossa etica. Che poi, perché i dem protestano?

Boh. Mica ci è del tutto chiaro. Due sarebbero i motivi ufficiali (a cui onestamente non crede neppure il Pd): a) la Rai è “TeleMeloni” perché riporta solo notizie da e sulla premier; b) la Rai è lottizzata biecamente e lascia fuori i partiti d’opposizione. Ora, questi sarebbero motivi nobili. Se fossero veri. Poi, però, si scopre che l’Osservatorio di Pavia sulle presenze televisive si è sbagliato. E come segretaria Pd, Elly ha cumulato un “tempo presenza”, ovvero minutaggio che contiene interviste o interventi diretti, di 10 minuti, contro i soli 8 degli altri soggetti più rappresentati, ovvero la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Comunque, Elly se ne sta davanti a tutti gli altri leader di partito, sia di maggioranza, sia di opposizione. Sicché, anche guardando i dati relativi ai partiti a dicembre, a differenza di quanto curiosamente scrive Repubblica, il Pd è stato molto presente, secondo solo a FdI, che è il partito di maggioranza.

 

 

 

Nel dettaglio, i dem hanno avuto copertura di 10 minuti di tempo totale (ovvero di attenzione complessiva al partito anche citato indirettamente) e di 12,7 minuti di «tempo direttamente gestito», e dunque di interviste o interventi. «Nello stesso periodo FdI ha avuto meno tempo totale (7,9 minuti) e poco più tempo direttamente gestito (13,9 minuti). Il M5S (e tutti gli altri partiti) è indietro: 7,7 minuti di tempo totale e 11,1 di tempo direttamente gestito», attesta l’Osservatorio.

 

TODOS LOTTIZZATOS

La cui analisi trova conferma anche nei dati del report mensile sul pluralismo politico-istituzionale in televisione curato dall’Agcom: «Schlein supera Mattarella e Meloni in tutte le edizioni del Tg1 (è il dato maggiore di tutti i telegiornali delle altre testate Rai). La segretaria del Pd è la prima classificata per tempo di parola con il 7,85% del tempo totale, seguita da Sergio Mattarella (6,12%), e Giorgia Meloni (5,6%). Sempre seguendo le rilevazioni Agcom su tutte le edizioni del Tg1 il Pd nel complesso, dal 1 al 31 dicembre ha il 17,73% di tempo di parola di tutti i partiti, preceduto solo da Fratelli d’Italia con il 19,82%». Cioè: pur non essendo al governo –e non essendo la più esposta anche a livello istituzionale- Schlein è inusualmente prima, proporzionalmente, nella media del “tempo d’antenna” che assomma il “tempo di notizia” indicante il minutaggio dedicato al soggetto politico/istituzionale nelle notizie, al “tempo di parola” che indica l’intervento del politico direttamente in voce.

 

 

 

Quindi niente “TeleMeloni”, semmai “TeleSchlein”. Poi c’è l’altra faccenda della lottizzazione. A parte il fatto che – anche in virtù dello spoil system normato dalla Bassanini- in Rai è tradizione lottizzare anche le macchinette del caffè, beh, il Pd vanta in questo una lunga tradizione. $ stato proprio questo Pd ad aver nominato membri del cda, direttori del Tg1, del Tg3, del Tg regionale, vicedirettori a pioggia, capiredattori vari e avariati, capocronisti in Toscana e in Emilia; inoltre ha promosso autori e conduttori, agevolato carriere nei talk-show o ospitate d’intellettuali improbabili. Scrive, ironicamente il collega Salvatore Merlo sul Foglio: «E d’altra parte non è vero che, persino adesso, il Pd ha nominato il direttore del Tg3, due vicedirettori al Tg1, uno al Tg2, il direttore della distribuzione, la direzione Ict, il direttore di Rai Cultura, il direttore di Rai Fiction e il direttore di Radio 3. E non è vero nemmeno che il Pd ha trattato attraverso il portavoce di Schlein per scambiare con la destra il capo del Tgr Lazio con quello del Tg3 Emilia-Romagna. Mai». Mai. Ora, essendo noi di vecchio pelo, potremmo qui ripercorre la hit dei “partiti dentro la Rai”, e ci sarebbe da ridere. Oggisia

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