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Rino Formica, le rivelazioni su Mani Pulite: "Borrelli voleva fare il Capo dello Stato"

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L'ex ministro delle Finanze, Rino Formica, in un'intervista al Corriere della Sera svela alcuni retroscena su una stagione molto controversa della storia repubblicana del nostro Paese: Mani Pulite. In pochi mesi la prima repubblica venne spazzata via anche se a pagare fu solo una parte politica mentre le sinistre non hanno mai trovato il dito puntato da parte dei magistrati. E ora, di quella stagione, emerge un quadro più chiaro che farà certamente discutere e che aumenterà il dibattito su quanto accaduto agli inizi degli anni Novanta: "I servizi hanno come compito controllare tutto quello che avviene attorno al potere. Anche Mussolini era intercettato, i servizi ascoltavano le sue conversazioni con la Petacci. Certo, il confine tra la tutela delle istituzioni e l’intrigo è sottile. Dipende dall’uso che se ne fa" e nell’epoca di Tangentopoli e Mani pulite avevano scoperto che "un pò tutti i magistrati del pool non erano stinchi di santo. Non solo Di Pietro. Ognuno aveva il suo corrispondente esterno: politico, religioso, internazionale. E ognuno aveva la sua ambizione: chi voleva fare il presidente del Consiglio, chi il presidente della Repubblica".  

Ed era "il capo del pool", Francesco Saverio Borrelli, a voler diventare Capo dello Stato. "Quando un magistrato appare in tv e dà ordini al Parlamento, già agisce come un aspirante capo di Stato", afferma. Retroscena che aprono una riflessione su quella stagione. Dietro le inchieste dei magistrati c'era un movente politico?  La storia ci dirà la verità. 

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