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Truzzu, la cavalcata del sindaco incorruttibile che salda il centrodestra

Francesco Specchia
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L’ousider istituzionalizzato, il soldato perfetto, il sardo dallo sguardo democristiano. Il candidato sempre sotto la cresta dell’onda che "alla fine ce la fa sempre”. Rieccolo. Paolo Truzzu si gode il mare finalmente quieto dai portici di via Roma, e mentre si succhia uno spaghettino ai ricci annaffiato da Cannonau, consegnate le sue liste elettorali, osserva. E disegna la strategia della sua campagna elettorale alla conquista della Presidenza della Regione Sardegna. Centrodestra finalmente in quadrata falange (ma è stata dura).

Caro Truzzu, il siluro giudiziario a Christian Solinas ha fatto fuori il suo avversario interno. Anche la Lega e il Partito d’Azione sarda si schierano con voi del centrodestra. Tira un sospiro di sollievo? 
"Sono ottimista. Avrei voluto finire il mio mandato da sindaco, poi per una serie di congiunture tutto Fratelli d’Italia in modo compatto mi ha voluto, soprattutto per arginare il ritorno prepotente di Soru. Solinas aveva avuto problemi di comunicazione.. Mi dicono che abbia chiesto a Salvini una candidatura sicura in Lombardia, forse contava sui sardi là residenti, vabbè che siamo tanti e siamo dappertutto ma...".

Ok, ha tirato un sospiro di sollievo. Ma se Solinas nelle classifiche del Sole 24Ore era l’ultimo governatore d’Italia, lei era il terzultimo come sindaco. Non se l’è presa un poco?
"Diciamo che io sono più strategico rispetto a Solinas nel rapporto con le istituzioni e con gli enti locali, che qui sono l’anima del territorio. E non mi riconosco nella classifica del Sole 24 Ore che è solo un sondaggio. Certo, le ricordo che magari qualcuno qui non mi ama perché ho il coraggio di scelte impopolari, come l’apertura del cantiere di via Roma-porto, e perché ho riempito di cantieri la città anche grazie il Pnrr. Capisco che il traffico aumentato dia fastidio…".

Truzzu, suvvia: come in Johnny Stecchino quando si diceva che il problema di Palermo era il traffico…
"Guardi, io penso al futuro di Cagliari che comunque come qualità della vita è sempre ai primi posti. Eppoi io sono per il rispetto delle regole, anche per gli amici". (Truzzu dagli amici e dagli avversari viene chiamato “l’incorruttibile”, mentre parliamo lo avvicinano due elettori venuti da Nuoro, sorridono speranzosi e gli danno due pacche sulle spalle “siamo con lei..”, e la cosa non è affatto organizzata.., ndr).

Vabbe’ acqua passata. I sardisti riusciranno a digerire la sua candidatura?
"Nel P.S.d'Az ci sono due anime. La prima prettamente indipendentista farà, in effetti, fatica  a votarmi. Poi c’è quella dei grandi portatori di voti che viene dal centro destra. Ma credo che, ad oggi potremmo essere al 38-42%".

…Ma, da meloniano di ferro, sull’autonomia differenziata la vede male?
"Be’, pensare ad un’autonomia assoluta delle Sardegna è impossibile. Basti considerare solo che l’azienda che qui stacca più assegni è l’Inps. Certo, poi qui abbiamo i costi più alti per l’energia (mentre, per dire, in Basilicata non pagano le accise), non abbiamo il metano e non possiamo nemmeno usare gli altiforni per l’industria o le miniere di carbone. Ma è un discorso lungo".

Se lei dovesse vincere, dovrà affrontare una sorta di piano di privatizzazione degli aeroporti sardi, sostenuto da grandi fonte e da parte del Pd locale. Sarà una gatta da pelare?
"La faccenda del sistema aeroportuale passa da due elementi: l’attesa di una sentenza da parte della magistratura (le autorità di settore hanno già fato parer sfavorevole, ndr) e il punto fisso che comunque le decisioni e la gestione degli aeroporti, finestra da milioni di passeggeri siano in mano alla Regione".

Renato Soru, terzo incomodo con una serie di liste sue potrebbe tornare in Regione fiero e vendicativo come il Conte di Montecristo?
"Soru ha molto seguito, specie nel voto disgiunto ma questo creerà problemi al centrosinistra che non l’ha candidato. La sua è una coalizione bizzarra (che va da Calenda ai filo Hamas di Liberu), ma almeno ha una sua visione chiara della Sardegna, che però è stata già bocciata dagli elettori dopo il suo mandato".

Il Corriere della sera accusa voi politici sardi di non voler bene alla Sardegna. “Qualcuno che sappia che due sardi su 10 nel 2021 hanno rinunciato a una prestazione sanitaria perché costava troppo…”. Eppoi la disoccupazione, la denatalità. Ecc…
"Non serve che Elvira Serra sul Corriere ci elenchi i nostri mali. Qui c’è pure un problema di spopolamento dei paesi e di denatalità. Quando ero consigliere regionale ogni anno proponevo lo 0.5% del bilancio per premiare la natalità. Mai una volta che le delibere fossero passate. Poi ci sono i trasporti pubblici (per ogni sardo, da sindaco ha fatto pagare 30euro per abbonamenti che costavano 300), le infrastrutture…".

Ok. Lei conosce la Meloni da un quarto di secolo. L’ha sentita?
"Ho fatto la gavetta nelle organizzazioni universitarie ero segretario del Fuan poi sciolto. Più 5 anni da consigliere in Circoscrizione, 5 da consigliere regionale, 5 da sindaco, vicecoordinatore regionale del Pdl. Prima di fare politica ho lavorato per 10 anni, energia e comunicazioni, e ho fatto volontariato. Non mi sono candidato prima di avere un lavoro. Il primo incontro con Giorgia fu a Cagliari, era venuta, mi pare nel 1991, per “Gli Antenati”, movimento giovanile, con lei c’era Lollobrigida. Ora non la sento né la vedo, ma è ovvio, dati gli impegni…".

Si fece beccare col 'Trux' tatuato sul braccio come il “Dux” fascio di Di Canio. Lo rifarebbe?
"Il 'Trux' era una goliardata che non rifarei. Ma, per dire, il saluto romano non è reato, lo dice pure la Cassazione. Inoltre, scusi, ma nessuno ricorda che, per certi versi, io sono stato un precursore. All’università ho inventato un gruppo di acquisto solidale che anticipava il 'sovranismo alimentare' e ci mantenevamo con i mercatini dove vendevamo i nostri libri usati, da militanti".

E’ notizia di oggi: il rettore di Cagliari ha interrotto i rapporti dell’università con gli atenei ebraici. E' d’accordo?
"Non lo condivido. Certo, però, la guerra dev’essere fermata, servono come dice l’Onu, due Stati due popoli. Mi rendo conto che la risposta è un po’ democristiana, ma fare i democristiani non sempre è negativo. Vedrà…".

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