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Augusta Montaruli: "A Torino il sindaco Pd è complice degli antagonisti violenti"

Augusta Montaruli

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L’assalto alla volante della polizia davanti alla sede della Procura di Torino "è un episodio di una gravità inaudita. Che rafforza le strategie della tensione e l’arroganza degli antagonisti", tuona Augusta Montaruli, torinese, vicepresidente di Fratelli d'Italia alla Camera, in una intervista a Il Secolo d'Italia. La meloniana si dice molto "preoccupata per il clima di impunità che si respira in città".

L'ultimo fatto è "gravissimo, da chiunque fosse stato commesso. In questo caso parliamo della galassia anarchica che purtroppo a Torino ha radici antiche e particolarmente preoccupanti. Non lo dicono esponenti politici ma i report che fotografano e monitorano questi fenomeni".

 

 

"Gli autori", prosegue la Montaruli, "utilizzano una matrice ideologica per ostacolare le attività delle forze dell’ordine proposte a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. In passato sono arrivati a impedire gli arresti della polizia. A Torino sta avvenendo qualcosa di particolarmente preoccupante con la complicità del sindaco del Pd".

Il primo cittadino, "utilizzando un regolamento approvato dalla giunta Appendino targata 5Stelle", sottolinea Augusta Montaruli, "vuole dare uno stabile occupato in cogestione al centro sociale Askatasuna", i cui esponenti "si sono sempre caratterizzati per atti di violenza, penso ai No tav". Quindi, "siamo di fronte a un movimento che fa della violenza la sua modalità e che non si è mai pentito".

 

 

Di più. "L’affidamento in cogestione ai violenti dei centri sociali dello stabile occupato, dove non è stato possibile neppure fare un sopralluogo, fa pensare che tutto sia consentito. Che chiunque può agire impunito. E c’è una responsabilità politica, perché non è possibile cercare il dialogo con soggetti che il dialogo con le istituzioni non lo vogliono. Che non hanno mai rinnegato la violenza", evidenzia ancora la Montaruli.

Invece, "dobbiamo rinnovare la nostra fiducia alle forze delle forze. Chi porta la divisa è innanzitutto un lavoratore al servizio dello Stato, che è lì per garantire l’ordine e il diritto a manifestare anche a chi si è messo dalla parte del torto".

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