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Abruzzo, il Pd canta già vittoria. D'Amico: "Prendo il 52%"

Fabio Rubini
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Sull’Abruzzo sventola bandiera rossa. Le elezioni regionali si svolgeranno solo domani, ma la sinistra ha già deciso: «Abbiamo vinto noi». A sostenerlo, con un pizzico di arroganza e sprezzo della scaramanzia, è Luciano D’Amico lo sfidante di centrosinistra del governatore uscente Marco Marsilio. Ospite a Un giorno da pecora su Rai RadioUno D’Amico indica addirittura la percentuale del trionfo: «Direi con almeno il 52%...» e promette che «verrò qui a tagliarmi la barba. Sono anni che non lo faccio». A completare il quadretto mancavano solo i coriandoli che cadevano dall’alto e le bottiglie di spumante cui far saltare i tappi.

Non sappiamo se D’Amico ci creda davvero o se le sue parole siano la classica spacconata da fine campagna elettorale. Quel che è certo è che anche ieri - verrebbe da dire, nonostante la vittoria in tasca - il campo largo, anzi larghissimo (qui con la sinistra ci sono pure Renzi, Calenda e la Bonino) ha passato il pomeriggio ad insultare il centrodestra. Citando in ordine sparso, la Meloni è «scandalosa»; Sangiuliano fa «bassa propaganda elettorale», per finire con il classico «Marsilio non è abruzzese». Il quale Marsilio ha risposto alla provocazione di D’Amico con ugual moneta (e sprezzo della scaramanzia): «Domenica li mandiamo a casa presto. All’una di notte saremo avanti di almeno dieci punti». Poi parlando della sfida ha ricordato che gli abruzzesi «per la prima volta avranno la possibilità di garantire la continuità del proprio governo regionale. In passato la continua interruzione dei programmi è stata la vera debolezza della nostra Regione. Per questo non si può tornare ai tempi bui».

 

 

Marsilio ha poi tirato una stoccata alla coalizione avversaria: «Non riescono nemmeno a salire tutti assieme sullo stesso palco perché non vanno d’accordo, figuriamoci come potranno fare una giunta e governare... L’Abruzzo dovrebbe avere paura di questo campo largo, anzi abnorme». A sostegno del governatore uscente sono arrivate le parole di molti esponenti della maggioranza. Il leader di Forza Italia Antonio Tajani si è detto «ottimista sia per il risultato di Marsilio, sia per quello di Forza Italia, abbiamo una lista molto forte».  Per il ministro Gennaro Sangiuliano «l’Abruzzo non può tornare indietro. La riconferma di Marsilio sarà la vittoria del buon governo contro la palude del passato». Infine il leader della Lega Matteo Salvini ha raccontato di «un Abruzzo che in questi cinque anni è diventato più forte, più sicuro, più moderno. Conto che domenica venga riconosciuta dagli abruzzesi la concretezza, i fatti, la riforma sanitaria, la difesa del mondo agricolo. Son contento e penso che il centrodestra vincerà con la Lega determinante».

Dall’altra parte a chiudere la campagna di D’Amico è arrivata il talismano Alessandra Todde, che da quando ha vinto in Sardegna è partita per un tour che l’ha portata in mezza Italia. «Cambiare si può. D’Amico è un’alternativa credibile». Poi spiega: «C’è stata una sfilata di ministri perché Marsilio non aveva niente da dire». Intanto in piazza si regalano copie della Costituzione («che il governo vuol cancellare con premierato e autonomia») e l’immancabile colonna sonora con “Bella Ciao”. Ieri s’è fatto sentire anche il leader della Todde, Giuseppe Conte che sogna la vittoria per «colpire Fratelli d’Italia che dell’Abruzzo ha fatto un feudo».

 

 

Ps: Si vota solo domenica, dalle 7 alle 23. Piccolo particolare: rispetto alla Sardegna, la legge elettorale abruzzese non consente il voto disgiunto. Ma questo alla sinistra non interssa. Tanto ha già vinto...

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