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Abruzzo, Marsilio: "Gli abbiamo dato una lezione politica. A sinistra sfilata di vecchie glorie"

Andrea Muzzolon
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"Una campagna elettorale di un livello così agghiacciante non poteva che essere rispedita al mittente. Si è continuato con questo dileggio al limite della diffamazione". Ne hanno dette di tutte a Marco Marsilio nelle ultime settimane. Il governatore abruzzese è stato vittima di una campagna di denigrazione senza precedenti e la sua riconferma è stata messa in dubbio fino all'ultimo secondo. E, invece, il successo è stato senza appello. Mai in discussione, la vittoria è stata chiara fin da subito dopo la chiusura delle urne. Sette punti di distacco dal candidato del campo largo D'Amico che veniva accreditato molto più vicino al sorpasso. 

Marsilio, durante la conferenza stampa della vittoria, si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa. In primis, il confronto con lo sfidante della sinistra: "Hanno presentato Luciano D'Amico, cercando di verniciare questa proposta nuova, con la figura del professore garbato e competente. Poi però quando ha governato la Tua (Trasporto unico abruzzese) non comprava gli autobus, quando era rettore dell'università si perdevano il 20% degli studenti, quando D'Alfonso gli ha dato 48 milioni a Teramo per fare delle cose ne ha spesi solo 5. Questo veniva lasciato tutto in secondo piano. È bastato grattare un po' la patina che si è riproposta la vecchia classe dirigente del Pd di cui nessuno ha nostalgia ed è stato dimostrato nelle urne".

Il neo governatore rieletto ha sottolineato l'assidua presenza dei leader del campo largo, che però non hanno saputo portare una vera proposta alternativa nella regione. "Forse sfugge che Schlein e Conte hanno trascorso intere settimane in Abruzzo. Sono stati portati a zonzo paese per paese, città per città, raccontando la loro versione dei fatti. Hanno portato la Schlein a Tagliacozzo a dire che chiudiamo l'ospedale. Ha vinto Marsilio 55 a 45 perché i cittadini sapevano quello che accadeva. Poi la Schlein si fida della sua classe dirigente e le hanno messo in bocca cose stupide come la polemica sulla mia romanità. Mi stupisce che una persona con la doppia o tripla nazionalità come lei faccia fatica a comprendere la mia condizione di abruzzese e romano". 

 

La sconfitta della sinistra ha molteplici cause. Dalla vecchia classe dirigente incapace di rinnovarsi, fino alla sfilata di vecchie glorie portata da Elly Schlein nella regione: "L'incapacità di ricambio della classe dirigente, basta leggere chi sono gli eletti, credo non abbia fatto bene. La Schlein ha perso completamente la partita. Era anche curioso assistere alla calata in massa delle vecchie glorie, Bersani, Vendola. Non so chi altro potessero riesumare per galvanizzare l'elettorato, stile effetto simpatia. Pacche sulle spalle, 'zio Bersani, nonno Vendola, dai ci siamo tutti, li cappottiamo, vinciamo noi, vinciamo noi'. Perdono, in maniera abbastanza netta. Io penso sia una lezione politica". Una campagna priva di proposte ma che mirava a mettere insieme la qualunque: "Mentre c'era questa calata dei lanzichenecchi all'assalto dell'Abruzzo, dicendo tutto il male possibile dell'Abruzzo, hanno portato avanti una campagna un po' schizzofrenica dicendo tutto e il contrario di tutto".

Il governatore di Fratelli d'Italia ha poi chiuso la conferenza complimentandosi con il suo sfidante che lo ha chiamato per riconoscere la sconfitta: "Naturalmente faccio i miei complimenti a Luciano D'Amico che questa mattina alle dieci mi ha telefonato augurandomi buon lavoro, riconoscendo la vittoria netta. Peraltro poco fa anche Giuseppe Conte ha telefonato, riconoscendo una vittoria senza ombra di dubbio". Infine, la stoccata: "Faccio i miei complimenti a D'Amico perché ha avuto questa capacità di mettere insieme il diavolo e l'acqua santa"

 

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