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Abruzzo, Francesco Boccia: "La destra ha avuto paura", l'ultima sparata

Francesco Boccia

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Francesco Boccia, nonostante la sconfitta del candidato del centrosinistra in Abruzzo, è soddisfatto del risultato ottenuto. Addirittura sostiene che la destra ha avuto paura di perdere. "Vorrei sottolineare il nostro buon risultato. Il Pd a guida Schlein ritrova sempre più la sua identità di partito progressista senza il quale non è possibile costruire una credibile alternativa alla destra", afferma il presidente dei senatori del Pd in una intervista a Il Corriere della Sera.

"Il risultato delle regionali dipende sempre da fattori locali. Non è che se vinciamo in Sardegna ci esaltiamo e se perdiamo in Abruzzo ci deprimiamo", osserva Boccia. "E comunque fino a cinque mesi fa nessuno avrebbe mai immaginato che in quella regione riuscissimo a giocarci la partita fino alla fine. Fino a domenica notte la destra ha avuto paura di perdere".

Il dem insiste sull'importanza del cosiddetto campo largo: "Ritengo che il percorso che abbiamo intrapreso sia più importante delle ambizioni dei singoli partiti. Da parte nostra, noi continueremo con lo spirito unitario che ci contraddistingue, con la stessa generosità e lo stesso spirito collaborativo, senza veti nei confronti degli altri partiti della coalizione. Non è che se un partito perde qualche punto si cambia il progetto. L’obiettivo è sconfiggere la destra".

 

Con il Movimento 5 stelle, sottolinea Boccia, "su molti punti siamo molto vicini e abbiamo fatto delle battaglie comuni. Penso al salario minimo, alla sanità pubblica, alla lotta contro l’autonomia differenziata, alla difesa delle istituzioni con il no al premierato delle destre. Su questi temi c’è gia un fronte. E a breve ci attende una nuova battaglia insieme: quella sulle tutele ai rider che ha visto protagonista Nicolas Schmit, il nostro candidato alla guida della commissione Ue. Solo nel 2020 non c’era un’intesa nel territorio tra 5 stelle e Pd, ora ce ne sono centinaia".

E ancora osserva Boccia: "Abbiamo vinto a Napoli, a Foggia, a Catanzaro e in altre città e stiamo insieme in giunta in Puglia e Sardegna. Il processo politico che stiamo costruendo sta andando avanti. È faticoso, ma questo è normale. E ora si avvicina un’altra sfida importante quella dell’otto e nove giugno. Lì si capirà se l’Italia resterà nell’orbita dell’Europa comunitaria o se finirà sotto l’influenza di Orban e degli altri alleati di Giorgia Meloni e Matteo Salvini". Sulla candidatura di Elly Schlein, il senatore resta vago: "Più che sulla sua candidatura adesso mi pare che la segretaria sia molto più concentrata su come costruire liste che rappresentino i valori e le istanze degli elettori Pd e progressisti". 

 

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