Cerca
Logo
Cerca
+

Lucia Annunziata candidata col Pd? Perché è un siluro contro De Luca

Lucia Annunziata

Salvatore Dama
  • a
  • a
  • a

Conclusione Annunziata. Nel senso di Lucia. Che, lasciando la Rai in polemica con la nuova dirigenza, aveva categoricamente escluso la carriera politica. Tale e quale. Secondo indiscrezioni la giornalista è in procinto di accettare la candidatura con il Partito democratico.

Sarà la capolista dei dem alle elezioni europee nella circoscrizione Sud, posto ceduto da Elly Schlein in persona (ammesso che si candidi davvero).
Ma riavvolgiamo il nastro, perché la storia è lunga. Maggio dell’anno scorso: la conduttrice manda una mail in cui annuncia le sue «dimissioni irrevocabili». C’è un tema politico. Nonostante l’intenzione di Viale Mazzini sia quella di confermare in palinsesto In mezz’ora in più, il suo programma, Annunziata parla di «insanabili divergenze» con il governo Meloni: «Non condivido nulla dell’operato, né sui contenuti, né sui metodi. Non ci sono le condizioni per una collaborazione». Esplode il caso. Perché l’addio della giornalista arriva pochi giorni dopo i saluti di Fabio Fazio. Che trasloca a Discovery.

 

 

L’opposizione insorge. Accusa il centrodestra di occupazione. Contesta la marginalizzazione delle «poche voci libere» e l’ossessione per «ogni spazio di potere». E poi giù con il regime, la svolta autoritaria, le purghe e blablabla.

Annunziata non è una qualsiasi. È una colonna della tv pubblica. Ne è stata presidente. Ha diretto il Tg3 e ha condotto la sua trasmissione della domenica pomeriggio per quindici anni. Nata a Sarno, 73 anni fa, laurea in filosofia, come giornalista si è formata nella carta stampata. Prima al Manifesto, poi a Repubblica, infine al Corriere. Corrispondente in America e in Medio Oriente.

Non ha mai dissimulato il suo orientamento politico. Anzi ha fatto della faziosità una cifra estetica. Epico lo scontro con Silvio Berlusconi, durante la campagna elettorale 2006. Il Cavaliere si alzò e se n’è andò insolentito. Ma anche con Luigi Di Maio, quando la conduttrice lo tacciò di essere il teologo del niente. E con Angelino Alfano («Siete impresentabili») e, ultima in ordine di tempo, con la ministra Eugenia Roccella: «Fatele queste leggi, ca***!». Che poi, quelle dell’anno scorso non erano neanche le prime dimissioni dalla Rai. In precedenza aveva mollato la direzione del Tg3 prendendosela con i collaboratori («Una banda di arruffoni»). E la politica attiva sempre a fare da sfondo. Il Partito democratico la corteggia da anni. Ci aveva provato già Nicola Zingaretti ad arruolare la giornalista per compilare le liste elettorali. Ma si era preso un «no, grazie».

E arriviamo agli ultimi mesi. Le voci di una possibile discesa in campo si moltiplicano. Elly Schlein insiste e ha una motivazione in più per farlo. Non si tratta solo di accaparrarsi un volto super noto della tv, che alle elezioni europee funziona sempre (Michele Santoro, Lilly Gruber, etc), ci sono anche dei conti interni da chiudere nel partito. La candidatura di Annunziata può essere considerata un bel cetriolo destinato al governatore campano Vincenzo De Luca. Lui, che si considera il feudatario della Regione più popolosa del Sud, si vede arrivare candidati da fuori. La candidata.

 

 

Senza contare le tensioni pugliesi. Dove Michele Emiliano è quasi a fine mandato (e forse non ce ne sarà un altro) e dove il sindaco di Bari Antonio Decaro scalpita per prendere il suo posto. È settembre, le indiscrezioni proseguono e Lucia Annunziata decide di smentire. Secca: «Non mi candiderò mai e poi mai alle Europee. Né con il Pd, né con nessun altro partito. Spero che questa smentita sia chiara abbastanza per mettere tutti tranquilli». Ma «tranquillo» si sa che fine ha fatto.

E ieri l’Ansa ha raccolto da fonti informate una ulteriore conferma. Annunziata sarà la capolista dei dem «come indipendente» nella circoscrizione Sud Italia. Ci sarebbero ancora in corso contatti in queste ore e nei prossimi giorni dovrebbe arrivare l’ufficialità della candidatura a Strasburgo della giornalista. Tutto secondo la vecchia prassi per cui smentire vuol dire confermare due volte. In questo caso sembra proprio di sì.

Dai blog