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Sandro Ruotolo, svelato il piano: come prova ad entrare nel Cda Rai

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Fabio Rubini
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Baffone Ruotolo non si tiene più. Da quando ha avuto il via libera da Elly Schlein a menare fendenti sulla Rai, sembra aver ritrovato l’entusiasmo di quando il suo mentore Michele Santoro lo spediva a scarpinare sul campo per raccontare l’Italia e le sue storture. Lui, che tra poco farà 50 anni di professione (giornalistica) e sente la Rai «come un’istituzione, per me è come i carabinieri», s’è messo in testa di buttare fuori i pariti dalla tv di Stato e di farla finita con la lottizzazione. Lo ha raccontato al Fatto Quotidiano: «La politica - ha tuonato- non deve più controllare i vertici della Rai e deve garantire il pluralismo».

Parole che potrebbero anche essere considerate condivisibili, non fosse che a pronunciarle non è il Sandro Ruotolo ex dipendente della tv di Stato, ma l’onorevole Sandro Ruotolo, eletto nelle fila del Pd, partito nel quale ricopre il ruolo di “responsabile della comunicazione”... insomma, non un grande biglietto da visita per garantirne l’indipendenza di giudizio.

CAMPO MINATO - Al Fatto Ruotolo spiega che da quando c’è il centrodestra al governo «nella tv pubblica c’è un gigantesco problema di qualità, oltre che di indipendenza, con Fdi che ha occupato tutto». Quindi è giunto il momento che la sinistra si prenda la rivincita. Come?

 

 

«Dobbiamo ritrovarci con le altre opposizioni e metterci a un tavolo, perché di fatto siamo fuorilegge con questa governance». E non è tutto, perché per l’esponente Pd «sarà altrettanto fondamentale l’ascolto, ovvero il confronto con la società civile, dai sindacati alle università, fino all’associazionismo». A sentir parlare Ruotolo, in effetti, viene il dubbio che nel Paese non si parli d’altro: “Hai visto la Rai occupata?”; “oh, in tv non si muove foglia che Giorgia non voglia”; “Stai a vedere che adesso anche quel Ranucci lì mi diventa un po’ di destra...”. Al bar, nelle aule universitarie, o ancora nelle assemblee delle associazioni di volontariato, la Rai che vira a destra monopolizza tutte le conversazioni..

Un’ossessione... Scherzi a parte, la cosa grave è che qualcuno ci crede davvero alla Rai occupata dal centrodestra, mentre quando a governare era il Pd regnava l’indipendenza e la pluralità... come no.

Poi c’è la realtà ed è quella cui Sandro Ruotolo tenta di sgabbiare. L’intervistatore gli chiede a bruciapelo se sa che la legge con la quale viene governata la Rai è stata fatta da un premier, Matteo Renzi, che all’epoca dei fatti era anche segretario del Pd e che, a voler ben guardare, anche i dem la loro bella fetta di lottizzazione se la sono ritagliata.

La risposta di Ruotolo è da manuale del politico navigato: «A quel tempo io e Elly non eravamo neppure nel Pd. Dopodiché voglio occuparmi del presente e del futuro». Un capolavoro, come cantava a Sanremo il Volo.

Il fatto che nel passato né Ruotolo né Schlein abbiano sentito il bisogno di scendere in piazza contro la legge Renzi o fare girotondi sotto la sede della Rai “occupata” dal Pd è, evidentemente, un fatto marginale.

 

 

POLTRONA MALANDRINA - Veniamo al vero motivo delle sparate del duo Elly-Baffone. Alla segretaria dem poco importa dell’indipendenza della Rai. Il suo scopo finale è quello di neutralizzare l’influenza che i Cinquestelle hanno in Rai e allora mira a piazzare sulla poltrona del cda proprio Ruotolo che, come abbiamo raccontato, essendo un profondo conoscitore dei più reconditi stanzini di viale Mazzini, non sarebbe facilmente “uccellabile” dai pentastellati.

Si deve leggere anche così una delle ultime risposte date da Ruotolo al Fatto quando gli si fa notare che la minoranza in quanto tale non ha i voti per imporre alcunché. Lui si da una lisciatina al baffo d’inchiesta e risponde serafico: «C’è una maggioranza, certo, con cui siamo disposti a confrontarci in Parlamento». Verrebbe da dire, ma è una nostra malignità, per spartirsi i posti...

A questo punto, ai più non sarà sfuggito il paradosso di tutta questa vicenda. Da un lato c’è una segretaria di partito che grida a «tele-Meloni» e dichiara di volere i politici fuori dalla Rai, che briga nell’ombra per piazzare un politico amico - Ruotolo, lo ricordiamo, è parlamentare del Pd su una delle poltrone pregiate del consiglio di amministrazione che governa la tv pubblica e che dovrebbe andare a rinnovo entro Pasqua. È vero che la coerenza non è mai stata un valore fondante della sinistra, ma qui siamo oltre ogni immaginazione.   

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