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Leonardo Sciascia e i nuovi professionisti dell'antimafia

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Leonardo Sciascia fu lo scrittore più elegante e colto del nostro secondo Novecento. Il più francese tra gli italiani, il più italiano tra i siciliani. Razionalista e investigatore dell’oscuro, egli più che ombreggiare, lumeggiava. E illuminando il quadro della storia del nostro Paese ci rivelò, in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera nel 1987, l’esistenza dei «professionisti dell’antimafia». Seguirono polemiche feroci, scomuniche dal campo sinistro, incomprensioni strumentali (sulla citazione di Paolo Borsellino), ma quel che Sciascia raccontò (e pre-vide) fu la parabola di successo di quelle sagome che si iscrissero alla giostra retorica per cavalcare lestamente la lotta alla mafia, fare carriere veloci, riverite dal notabilato, applaudite dalle scimmiette ammaestrate del conformismo che presto sarebbe diventato un mantello per coprire menzogna e mediocrità.

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