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Elly Schlein, "niente nome nel simbolo Pd, è divisivo"

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Si candida come capolista alle Europee, Elly Schlein, ma non metterà il suo nome nel simbolo del Pd. Lo annuncia la segretaria in solitaria diretta Instagram, dopo la direzione dem di domenica in cui mezzo partito si era opposto all'ultima opzione. "Si è parlato in direzione, è stato proposto di inserire il mio nome in logo elettorale. Ringrazio chi ha fatto quella proposta, ma il contributo migliore a questa squadra lo posso dare correndo assieme alla lista. Questa proposta mi è sembrata più divisiva che rafforativa". Meglio dunque evitare di venire eletta, guadagnare un punto in più e sfasciare definitivamente il partito. 

"Mi devo prendere la responsabilità a dare una mano a tutta la lista, ci sarò anch'io anche se rimarrò qui in Italia per confrontarmi con Giorgia Meloni giorno dopo giorno", spiega. "Voglio dare una mano anch'io, sarò candidata a mi candido a portare più in alto possibile il Pd, la nostra famiglia socialista sarà l'unico vero argine alle destre nazionaliste e sovraniste in Europa, ho la speranza di poter dare una mano a eleggere il più possibile queste persone che si sono messe a disposizione". La Schlein sarò candidata ovunque e capolista nel Centro e nelle Isole, senza però andare poi all'Europarlamento (per la grande delusione di Romano Prodi, che aveva sconsigliato questo comportamento). Alla fine, di questa tragicommedia democratica, resta il commento di un elettore durante il live. "Elly in Basilicata ci hanno sdrumato e noi stiamo in diretta?".

 

 

 

"Sono stati giorni impegnativi di lavoro, di costruzione fatta davvero con grande attenzione, abbiamo ricevuto tante disponibilità di alto livello. Abbiamo approvato le liste senza voti contrari, e questo è un fatto significativo, sono molto contenta di questo risultato", premette la segretaria, partendo dall'unico punto sul quale la direzione di domenica non si era divisa. "Nelle liste abbiamo voluto una squadra fortemente aperta e plurale, piena di quelle competenze che attraversano il nostro partito, a disposizione dell'Europa. Ringrazio Bonaccini per aver accettato. Correre insieme sarà appassionante, darà l'idea di una squadra che si muove insieme". La Schlein sottolinea la composizione delle liste "non traumatica": "L'abbiamo costruita insieme, ci siamo presi per mano". Forse per limitare i rischi di pugnalate.

 

 

 

A scorrere i commenti degli utenti di Instagram e quelli di qualche esponente del partito, il coro è unanime. "No al nome nel simbolo". L'ex parlamentare Alessia Morani, ospite di David Parenzo a L'aria che tira su La7, è stata esplicita: "Il Pd finalmente ha superato il tabù del valore della leadership, soprattutto lo ha fatto l’ala sinistra del partito, ma non posso dire se il valore della leadership si misuri con il nome nel simbolo, certamente non appartiene alla tradizione del partito". E anche uno dei candidati all'Europarlamento, il presidente del consiglio comunale della Toscana Antonio Mazzeo, è stato chiaro: "Io sono d'accordo con Gianni Cuperlo: mettere il nome di Elly Schlein nel logo del Pd alle elezioni europee sarebbe un errore e rischierebbe di rinnegare la natura stessa e la storia del Partito Democratico. Sono assolutamente convinto che i leader possano e debbano portare valore ma non credo la strada giusta sia il nome nel simbolo".

 

 

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