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Giuseppe Valditara, arriva la riforma: "Il Pd si rassegni, ridaremo dignità alla scuola"

Fabio Rubini
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«Quella che stiamo riformando è una scuola che riconosce i talenti e li valorizza, ma che al contempo responsabilizza i giovani, che pretende da loro impegno e responsabilità nell’interesse dello studente stesso». Il ministro all’Istruzione e Merito Giuseppe Valditara va subito al sodo nello spiegare a Libero il disegno di legge (già votato al Senato e ora in discussione alla Camera) che riformerà concetti fondamentali della scuola italiana quali il voto in condotta e i giudizi più chiari e concisi da dare agli studenti.

Eppure la sinistra sta facendo un gran baccano paventando una scuola più simile a un girone dell’Inferno dantesco che a quella che descrive lei. Che risponde?
«Dico che noi, forti del mandato ricevuto dagli elettori, stiamo realizzando un cambiamento culturale. Il Pd e la sinistra si rassegnino: il modello che ci hanno imposto dal ’68 in poi- che non prevede si parli di autorevolezza del personale scolastico, che confonde rispetto verso l’autorità con autoritarismo, che predilige la responsabilità sociale a quella personale, che non sopporta la valutazione, che ha tanti diritti e pochi doveri -, ecco quel modello lì a noi non piace e lo stiamo cambiando».

Ministro proviamo ad entrare nel merito dei cambiamenti che proponete. Che peso avrà con la riforma il voto in condotta?
«Ci sarà un cambiamento radicale e diventerà centrale ai fini del giudizio finale, perché con un 5 in condotta lo studente verrà bocciato - e questo accadrà già a partire dalle scuole medie -, mentre con il 6 verrà rimandato a settembre...».

 

 

Scusi ministro, ma rimandato in che materia?
«Dovrà comporre un testo nel quale dovrà dimostrare di aver capito dove ha sbagliato.
In quel contesto sarà interrogato sui valori costituzionali e sui fondamenti dell’educazione civica».

Anche le regole sulla sospensione da scuola cambieranno?
«Sì e anche in questo caso l’approccio è piuttosto pragmatico. Se lo studente verrà sospeso fino a due giorni dovrà fare più scuola; se sarà sospeso per più di due giorni ugualmente non se ne starà a casa a giocare ai videogiochi o a guardare la televisione, ma attraverso una serie di accordi che dovranno essere sottoscritti dagli uffici scolastici regionali, dovrà prestare la sua opera in attività di cittadinanza solidale. Ci sarà un elenco di destinazioni possibili e sarà la scuola a decidere».

Sono sempre di più gli episodi di violenza all’interno delle scuole anche contro i docenti e personale scolastico. Come intervenire?
«La denuncia penale, tranne nei casi più gravi, difficilmente ha conseguenze concrete. Per questo abbiamo deciso di inserire delle sanzioni pecuniarie che, a seconda della gravità dell’accaduto, possono andare da 500 a 10.000 euro. Sarà la scuola ad agire direttamente contro gli aggressori e la riparazione pecuniaria andrà direttamente nelle casse dell’istituto. È una sorta di risarcimento del danno d’immagine».

 

 

Un altro punto che sta facendo molto discutere è quello delle nuove valutazioni. Che succederà, si cancelleranno i giudizi analitici?
«Anche questa polemica della sinistra è mistificante. I giudizi analitici resteranno perché servono a costruire il portfolio dello studente. Solo che saranno più semplici rispetto a quelli spesso incomprensibili di oggi e resteranno a disposizione dei genitori. Sostituiremo le valutazioni sintetiche con ottimo, buono, discreto, sufficiente, insufficiente. Facciamo una operazione di chiarezza che servirà a far capire anche allo studente a che punto è la sua preparazione».

Un’ultima accusa delle opposizioni è che il governo sta facendo questa riforma tutto da solo, senza ascoltare nessuno. È così?
«Anche questa è una cosa non vera. Da quando sono ministro giro per le scuole e parlo coi dirigenti, gli insegnanti, gli studenti. Ovviamente sento anche i sindacati. Ascolto e raccolgo le istanze più convincenti».

Ministro Valditara un’ultima cosa. Ieri all’Istituto Belluzzi-Fioravanti di Bologna, c’è stata un’occupazione e diversi ambienti della scuola sono stati devastati. Che ne pensa?
«In questi mesi ho avuto modo di confrontarmi con tanti studenti responsabili, maturi, impegnati a costruirsi il proprio futuro attraverso lo studio, alcuni non la pensavano come me. Poi c’è una piccola minoranza di studenti che confonde il dibattito politico con atti di teppismo. Tra l’altro in un momento delicato come questo in cui il conto alla rovescia verso la maturità è già partito. Auspico un intervento deciso e risoluto da parte delle autorità preposte. So che quelle che dipendono dal mio Ministero si sono già attivate».

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