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Pd, l'estremismo di Annalisa Corrado: "Abolire il ferro da stiro. Sbagliato dare bambole alle bimbe"

Michele Zaccardi
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La parità di genere? Passa per i giocattoli. Basta con queste bambine costrette a giocare con le bambole; è ora che si divertano con soldatini, trenini e pistole ad acqua, come i maschi. La pensa così Annalisa Corrado, candidata per i dem alle Europee di giugno. Con un video pubblicato sul sito del Pd, Corrado, che correrà nel collegio del Nord-Est, si presenta ai suoi potenziali elettori con un messaggio dirompente: abolire la distinzione di genere dei giochi ed eliminare il ferro da stiro. Idee rivoluzionarie, non c’è che dire, soprattutto per la messa al bando della stiratrice, anche se della loro utilità ci permettiamo di dubitare. La potenziale eurodeputata dice infatti che il suo libro preferito è Dalla parte delle bambine, saggio di pedagogia e sociologia di Elena Gianini Belotti, pubblicato nel 1973. Un volume, raccomanda Corrado, «che bisogna leggere tutti e tutte perché è come vedere la matrice... Avete presente Matrix? Tu capisci che lì c’è qualcosa che non va bene né per i maschi né per le femmine».

E quale sarebbe dunque questa matrice? «Adesso basta entrare in un negozio di giocattoli e vedi che ci sono i giocattoli rosa, i giocattoli blu» spiega Corrado a “Personale è politico”, il format del Pd per presentare i propri candidati alle Europee. «Poi da una parte ci sta il ferro da stiro – che io abolirei perché abbiamo un problema di risorse energetiche, “Stropicciati per il clima” è un nuovo claim che voglio portare avanti - l’aspirapolvere, il glitter, tutte le robe per essere brave donne di casa e anche un po’ fru fru. E anche la cura, quindi bambolotti». Insomma, una vera tortura inflitta alle povere creature. Mentre i bambini (maschi, si intende) possono divertirsi alla grande. Per loro, prosegue Corrado, «trovi qualsiasi cosa, aerei, costruzioni, il piccolo chimico e non trovi la cura». Ma tutto ciò cosa significa per il Corrado-pensiero? Semplice: «Che alle femmine tarpi completamente ogni velleità di fare qualsiasi cosa nella loro vita, qualsiasi ruolo nel mondo, di sviluppare qualsiasi talento. E agli uomini togli l’empatia, è un danno gravissimo».

 


Tocca intervenire, insomma, e subito, prima che sia troppo tardi. Forse è anche per questo che Corrado ha deciso di candidarsi per un seggio al Parlamento europeo. Poi, certo, ci sono anche altri temi, altre battaglie che l’«ecologista, femminista, ingegnera (sic!) meccanica, autrice e divulgatrice scientifica», come si definisce lei, intende portare avanti. Ma prima di vedere il suo programma, una domanda sorge spontanea: per quale motivo Corrado ha avuto la balzana idea di fare politica? Anche perché, ammette lei stessa, da bambina voleva fare «il benzinaio» perché trovava «inebriante» l’odore della senza piombo. Una passione che, però, è evaporata in fretta, grazie anche alla nonna partigiana che, ahinoi, l’ha «ispirata». 

 


Così, Corrado, amica di Alessandro Gassmann, con cui ha pure collaborato, dopo una lunga riflessione, ha fatto il grande passo: entrare in politica. «Ho deciso di impegnarmi perché mi sono resa conto che tutti gli sforzi che potevamo fare noi come professionisti nel proporre tecnologie, strategie, soluzioni, innovazione sociale» spiega «venivano vanificati dalla politica che invece continuava ossessivamente a fare scelte che mettevano i bastoni fra le ruote a queste realtà e lasciavano andare liberamente le economie fossili, predatorie sull’ecosistema, basate sulle ingiustizie». Fu allora che Corrado venne folgorata sulla via di Damasco: «Cominciai a capire che bisognava cambiare la politica. E da lì è iniziato l’attivismo». Una vera e propria epifania, a quanto pare. La catarsi l’ha condotta così nelle braccia del Pd di Elly Schlein.

 


«Sono un’attivista climatica» ci tiene a precisare, prima di elencare le battaglie di cui si farà araldo, pardon aralda, una volta conquistata l’ambita poltrona a Strasburgo. «Se verrò eletta lavorerò per un’Europa sostenibile, visionaria che rimetta al centro il benessere delle persone e dell’ecosistema, che sappia rilanciare l’economia e l’industria con un modello di sviluppo sostenibile, ispirato ai principi dell’Agenda 2030» dell’Onu. Vasto programma, si direbbe. Forse, e ci permettiamo di darle questo modesto consiglio, sarebbe meglio se si concentrasse sui giocattoli: c’è sempre una bambina che corre il pericolo di trovarsi tra le mani un’aspirapolvere giocattolo. O peggio un ferro da stiro. Almeno fino a quando non saranno finalmente aboliti.

 

 

 

 

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