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Matteo Renzi contro Schlein: "Morte del Pd, mi toccherà ringraziare la Cgil"

Matteo Renzi

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Il governo di Giorgia Meloni, il Pd di Elly Schlein, l'ex alleato e ora avversario Carlo Calenda. Secondo il leader di Italia Viva e candidato alle europee con la lista Stati Uniti d'Europa con Emma Bonino, Matteo Renzi, la presidente del Consiglio cadrà sul premierato sul quale è anche disposto a discutere se si cambiano i testi della proposta, Schlein "con quel referendum non finirà il Jobs Act ma finirà il Pd".

Di sicuro lui se sarà eletto andrà in Europa davvero, "credo che dovrebbero farlo tutti quelli che si candidano. Se ti candidi e poi non ci vai stai prendendo in giro la gente. Meloni, Schlein, Tajani e Calenda stanno prendendo in giro gli italiani". Invece le "europee servono per contare in Europa non per contarsi in Italia. Qui c’è gente che evoca la terza guerra mondiale: serve recuperare una difesa comune, un esercito comune, una diplomazia comune. Servono gli Stati Uniti d’Europa", afferma Renzi.

 

 

Draghi - La sua lista e quella di Emmanuele Macron vogliono candidare Mario Draghi alla Commissione: "Chi vota Forza Italia sceglie Ursula von der Leyen e la sua visione ideologica, chi sceglie Stati Uniti d’Europa sogna Mario Draghi".  

Schlein - Per quanto riguarda il Pd e il possibile ritorno di Paolo Gentiloni, Renzi commenta: "Gentiloni non fa battaglie: aspetta che le facciano altri per lui. Non ha dimestichezza con primarie, elezioni, confronti duri. Andrà al Nazareno solo in caso di crisi di Schlein. Ma il Pd farà un buon risultato: le liste sono forti, vedrete. Andranno meglio dei grillini. Il problema al Nazareno arriverà quando dovranno misurarsi sul referendum sul JobsAct: li si vedrà se i riformisti hanno coraggio o no". E attenzione, il referendum, avverte il leader di Iv, "non farà il quorum e dunque non cancellerà il JobsAct ma cancellerà i riformisti dal Pd. Potrebbe essere una mossa molto interessante. Alla fine mi toccherà ringraziare la Cgil per l’assistenza. Il mondo produttivo sa che sono l’unico ad aver difeso chi crea lavoro".

 

 

Meloni - Rispetto alla Meloni e al referendum sul premierato, dice Renzi, "è inutile che dica che tanto non si dimette. Se perde andrà a casa come è successo a Cameron che aveva spergiurato fino alla sera prima che non si sarebbe mai dimesso. Giorgia pensaci: questa riforma e una schifezza". Lui sarebbe anche disposto a parlarne "ma devono cambiare i testi. L’elezione diretta del premier non sta in piedi, l’autonomia pure. Cambino i testi e siamo pronti a parlarne".

Calenda - Infine, sul leader di Azione, Renzi affonda: "Calenda si candida con una lista chiamata Calenda. Noi ci candidiamo con una lista chiamata Stati Uniti d’Europa. Calenda si candida per finta: se eletto non ci va. Noi ci candidiamo: se eletti andiamo a Bruxelles. Ciascuno scelga, la differenza è chiara". Il suo progetto Stati Uniti d'Europa, "andrà avanti a lungo anche perché in Europa occorreranno anni per raggiungere il risultato. Le forme politiche le decideremo ma intanto l’obiettivo è eleggere parlamenti europei che facciano la differenza a Bruxelles".

 

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