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Vincenzo De Luca, veleno e minacce: "Ripubblico l'appunto di Berlusconi su Meloni"

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"Avrò il piacere di ripubblicare quell’appunto di Silvio Berlusconi dedicato all’onorevole Meloni. Mi pare una sintesi appropriata", annuncia il presidente della Regione Campania Vincenzo De  Luca parlando con i cronisti a margine del metting Grandi Ospedali nell’ospedale Cardarelli di Napoli. De Luca spiega che dedicherà "pensieri più approfonditi all’onorevole Meloni venerdì prossimo" quando, come di consueto, sarà protagonista di una diretta sui suoi profili social. "Faremo tutti gli approfondimenti - assicura il governatore campano - partendo dall’oltraggio vero che non è stato colto dall’opinione pubblica in Italia: l’oltraggio commesso dalla Meloni contro 550 sindaci". A quanto pare il malumore per la figuraccia rimediata ieri a Caivano non è ancora passato.

E il riferimento di De Luca è a una manifestazione avvenuta il 16 febbraio, a Roma, con i primi cittadini della Campania e del Sud, contro l’autonomia differenziata e per lo sblocco dei fondi sviluppo e coesione. Proprio in quell’occasione, De Luca, in un furionda, definì Meloni "str***", appellativo utilizzato dalla stessa presidente del Consiglio ieri a Caivano. De Luca sostiene che i sindaci scesi in piazza siano stati "intimiditi, controllati all’uscita dell’autostrada a Roma, sui pullman che erano diretti a piazza Santi Apostoli, spintonati, bloccati, offesi, oltraggiati dalla Meloni con un comunicato ufficiale. L’unico insulto che c’è stato nella vita politica di questo Paese è quel comunicato della Meloni che offendeva 550 sindaci che erano a Roma per protestare contro il blocco delle risorse e che combattevano per aprire i cantieri e creare lavoro. Ma l’opinione pubblica nel nostro Paese è interessata più al cabaret, alle parole, ai fuorionda, alle scemenze, che delle questioni sostanziali". 

 

 

Dopo quanto accaduto il 16 febbraio, secondo De Luca, "è cominciata una deriva democratica nel nostro Paese. Non si è mai visto un governo che oltraggia 550 sindaci, che chiude le porte dei ministeri, che se ne scappa e si rifiuta di ricevere anche una delegazione. Quello è l’insulto vero di cui non ha parlato nessuno e di cui io parlerò fra qualche giorno, ricostruendo tutte le vicende, se non altro per far maturare una coscienza democratica e per svegliare un Paese che mi sembra un pò narcotizzato, che non ha capito ancora bene la deriva verso cui si avvia l’Italia". Insomma siamo davanti all'ennesima colata di veleno sul premier. 

 

 

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