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Igor Iezzi dopo la rissa: "Ammetto, ho provato a colpirlo. Ma lo ho mancato e lui ha simulato"

Massimo Sanvito
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«Squadristi!». «È tutta una sceneggiata!». Alla fine solo le telecamere di Montecitorio, come il Var, seguito da una relazione dei funzionari della Camera e dei questori, diranno come è andata davvero, se c’è stata provocazione o se a qualcuno è scappata la frizione. Quello che, ieri sera, era certo era che un deputato del M5S, Leonardo Donno, e un assistente parlamentare sono finiti in infermeria alla Camera. Per fortuna alla fine niente di grave. Il primo, però, è uscito dall’Aula in sedia a rotelle, vittima secondo i racconti dei presenti - di due pugni in testa sferrati dal focoso deputato leghista, il milanese Igor Iezzi. L’occasione parlamentare che ha trasformato l’emiciclo, in particolare la zona davanti ai banchi del governo, in ring, è stato l’esame del disegno di legge sull’autonomia differenziata. Tema, si sa, che da mesi divide centrodestra e centrosinistra. Ma anche questa non è una novità. Come non lo sono, purtroppo per le istituzioni e per i cittadini che assistono, le bagarre in Aula degli eletti, e che spesso arrivano al contatto fisico. Ieri, però, qualcosa è andato peggio del solito.

Tutto accade pochi minuti dopo le 19. Già prima, dai banchi delle opposizioni, si era organizzata una protesta: tutti i deputati delle opposizioni, a un segno prestabilito, avevano tirato fuori un tricolore e si erano alzati in piedi, cantando l’inno, mentre dall’altra parte il deputato leghista Domenico Furgiuele aveva risposto facendo il segno della X Mas. La tensione, dunque, era già sul punto di esplodere. Finita la protesta, il deputato del Cinquestelle scende dai banchi, si lancia al centro dell’emiciclo, e mentre Lorenzo Fontana, che presiede, lo richiama all’ordine, mentre gli assistenti di Aula si lanciano verso di lui, si crea una folla attorno a lui. Donno, però, non molla e tenta di avvolgere il ministro Calderoli, autore della riforma, del tricolore. Fontana, inascoltato, continua a implorare tutti che si torni alla normalità. Di fronte al gesto del cinquestelle, i leghisti si infuriano. Iezzi, in particolare. Si lancia contro Donno, allunga le braccia.

 

Nel parapiglia non si riesce a ricostruire l’esatta dinamica, ma è abbastanza intuibile. In ogni caso, è chiaro che non si dovrebbe vedere nulla di simile almeno in quel luogo. Il vicecapogruppo della Lega, storico parlamentare del Carroccio, classe 1975, milanese, viene circondato da altri leghisti, qualcuno prova a staccarlo ma il braccio di Iezzi è più lesto dei pacieri. E finisce sulla testa di Donno. Anche il povero assistente parlamentare, colpito al volto e allo stomaco, è portato a braccio in infermeria.

Appena uscito dal controllo medico, Donno si scaglia contro i suoi aggressori: «Sono trogloditi e squadristi! Siamo arrivati al punto che ci picchiano alla Camera». E, furibondo, racconta che a sferrargli i pugni non sarebbe stato solo Iezzi, ma altri tre deputati leghisti: «Questa gente non deve più entrare in Parlamento». Ha riferito, poi, di aver fatto «7-8 volte l’elettrocardiogramma». Ha raccontato di aver «preso un pugno che mi ha sfiorato la faccia dal deputato Iezzi, altri ci hanno provato come Mollicone, Candiani. Poi sono arrivati tanti altri e i commessi. Tra i vari calci mi è arrivato anche un pugno fortissimo allo sterno e sono crollato perché non riuscivo a respirare. Mi sono spaventato. Io sono crollato, facevo fatica a respirare. Di sicuro mi sono spaventato ma per fortuna ora sto bene, mi hanno fatto un elettrocardiogramma e sto bene», aggiunge. Nel tentativo di consegnare al ministro Calderoli il Tricolore «non c’era nessuna violenza da parte mia tant’è che il ministro ha solo indietreggiato».

 

Ed è intervenuto anche l’aggressore: «Dal video si vede benissimo che non l’ho colpito». Il Partito democratico, con la capogruppo Chiara Braga, ha gridato a «una aggressione che ha dello squadrismo». Il M5S ha parlato di «fatto gravissimo e vergognoso». Per Federico Mollicone, di Fratelli d’Italia, sarebbe stato Donno a provocare: «In maniera sarcastica e irrispettosa voleva mettere sulle spalle di Calderoli la bandiera italiana». E quali pugni: «Donno si è buttato a terra e ha fatto una sceneggiata...». Quale che sia la versione, si è aggiunta un’altra pagina nelle cronache delle giornate peggiori di Montecitorio.

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