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Andrea Delmastro, i compagni ne inventano un'altra: "Fa come a Norimberga"

Alessandro Gonzato
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Sono ossessionati. A sinistra vedono fascisti ovunque. Il gran caldo non c’entra, perché è così sia col cappotto che con le infradito: la camicia nera è per tutte le stagioni. L’ultima tragicomica polemica riguarda il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, esponente di Fratelli d’Italia al quale le opposizioni imputano di aver eccitato la polizia penitenziaria col ricordo di Benito. Cosa? Questa la ricostruzione. Nelle chat WhatsApp dei parlamentari anti-Meloni gira vorticosamente un filmato in cui, in una cerimonia a Verbania, giurano 300 nuovi agenti. I poliziotti sono in formazione. Delmastro, microfono in mano, chiede: «Chi sono i migliori?». Risposta: «Noi, noi, noi, i migliori siamo noi!». Delmastro saluta: «Grazie ragazzi!». Qual è il misfatto?

Lo strilla alle agenzie parlamentari Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva: «Simili esibizioni, alla presenza di esponenti di governo e dinanzi a 300 agenti, armati e in divisa, rievoca inevitabilmente il coro fascista di mussoliniana memoria “A noi” e promuove, per questa via, quel tentativo mai sopito di associare le forze armate e di polizia, invero dedite e leali ai valori della nostra Costituzione, a una delle pagine più buie della storia italiana». E ancora, il Borghi: «Delmastro ha esortato i poliziotti con cori da stadio».

 

Abbiamo già detto che le alte temperature non c’entrano. L’esponente renziano incalza il governo, chiede di sapere «se ritenga che la condotta del sottosegretario Delmastro Delle Vedove, in occasione del giuramento degli allievi del 90esimo corso di formazione della polizia penitenziaria, abbia avuto un contegno consono all’occasione, al ruolo istituzionale e alla solennità della cerimonia». Irrompe con un tweet il senatore Ivan Scalfarotto, anche lui di Italia Viva: «Il sottosegretario dirige il coro delle reclute. In questo secolo, nemmeno a Pechino. In quello precedente, forse a Norimberga». Delmastro replica a Borghi (doveva ancora leggere l’uscita di Scalfarotto): «Rimango incredulo. Il collega riprende una palese fake news ripresa dalle edizioni online di Repubblica e La Stampa e annuncia un’interrogazione parlamentare per chiedere la verifica della mia condotta. Segnalo a Borghi, che evidentemente non ha mai partecipato a cerimonie di questo tipo, che il grido di incoraggiamento “Chi sono i migliori? Noi, noi, noi, i migliori siamo noi”, è usato in tantissime occasioni simili, non solo nell’ambito della polizia penitenziaria. Io», aggiunge Delmastro, «non pretendo le scuse di Borghi, so che non arriverebbero mai, ma mi auguro che il collega abbia la decenza di scusarsi con gli allievi e le loro famiglie, che non meritano di essere trascinati in una polemica da quattro soldi».

A spernacchiare la sinistra (nel frattempo si è unito alla polemica Marco Grimaldi di Avs) il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio: «“I migliori siamo noi” è un grido di stimolo emotivo, spesso articolato dalla polizia penitenziaria e in generale da ogni organizzazione composita, che si tratti di corpi militari o militarmente organizzati, di semplici squadre di calcio e persino alle bocciofile». Poi un invito alla politica a occuparsi di cose più serie, come dei «turni massacranti a cui sono sottoposti i poliziotti». Segnaliamo a Borghi e compagni che anche nella pubblicità della carne Montana dei piccoli barattolini esclamano “Siamo noi, siamo noi”, per dire che sono i più buoni. Le simpatiche scatolette non portano il fez. La pubblicità, peraltro, precede il video di Delmastro sul sito di Repubblica.

 

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