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Giovanni Toti verso le dimissioni, ma è scontro: chi si oppone

Pietro Senaldi
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Se saranno dimissioni, avverranno a breve. Giovanni Toti, agli arresti domiciliari ormai dal 7 maggio, ci sta pensando e non è mai stato così vicino a questo passo. Non è vero, come si sente in giro, che se mollerà, lo farà in polemica, perché si sente non sufficientemente sostenuto dal centrodestra. I partiti che reggono la giunta, non solo la Lega, vorrebbero che il presidente tenesse duro perché, se lasciasse a breve, la Liguria andrebbe al voto il 17 novembre, con Emilia-Romagna e Umbria, e ancora non è apparsa neppure l’ombra di un potenziale candidato. Ci sarebbe il viceministro Edoardo Rixi, braccio destro di Matteo Salvini alle Infrastrutture, uomo forte della Lega e della coalizione nella regione, ma non sarebbe interessato; al punto da essere il solo al momento che a porsi il problema di individuare il successore di Toti, che aveva già annunciato che comunque non avrebbe tentato il terzo mandato. Meglio sarebbe per tutti aspettare l’esito del ricorso in Cassazione, a settembre, e poi decidere, spostando l’eventuale appuntamento alle urne a febbraio. Ma il governatore non è più convinto di questa opzione. (...)

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