Luca Zaia sul fine vita: "Una cosa talmente intima, serve una no fly-zone"
Giorni di dibattito e tensioni tra Lega e Forza Italia sul tema dei diritti civili, in particolare lo Ius Scholae, la legge sulla cittadinanza su cui è arrivata l'apertura degli azzurri mentre dalle parti del Carroccio resta un secco "no". Ed è in questo contesto che prende posizione Luca Zaia, governatore del Veneto leghista, anche se sposta il focus dei diritti civili sul fine vita.
Il governatore, intervistato dal Corriere della Sera, afferma: "Io dico che serve una no-fly zone sui diritti civili, su cui auspico non ci siano scontri ideologici. Lo dico con il rispetto di tutti: se capitasse a me vorrei poter decidere, è una cosa talmente intima. Anche monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, si augura che il 'tema non sia ostaggio di posizioni estremiste'. La Chiesa poteva anche non intervenire, ma lo ha fatto. Insomma: l’elefante è nella stanza", premette il Doge.
E ancora, Luca Zaia aggiunge: "Senza rinnegare le proprie radici ideologiche, dico che serve una legge che regoli il fine vita, che è quanto mai urgente. Noi governatori, dal 2019, siamo chiamati in causa da tutti i potenziali malati gravi in virtù di una sentenza della Corte costituzionale, che ha fissato 4 condizioni di grave sofferenza per poter decidere il proprio fine vita. In Veneto abbiamo avuto sei richieste dal 2019 a oggi: il comitato etico ha dato l’ok solo in due casi e solo uno dei due è arrivato all’epilogo. In Italia questa sentenza trasferisce interamente alla sanità delle Regioni l’obbligo di rispondere al paziente, senza però stabilire le tempistiche e il ruolo dei medici pubblici negli ultimi momenti di vita del paziente. In Veneto non ci siamo girati dall’altra parte, ma serve una legge nazionale", conclude Luca Zaia.