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Avviso ai progressisti: è contro la Costituzione raccogliere firme per sciogliere un partito

Alberto Busacca
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Una bella raccolta firme per far sciogliere un partito sgradito. Il tutto, naturalmente, nel nome della democrazia. A sinistra, ormai, l’ossessione antifascista sta un pochino sfuggendo di mano. E le iniziative portate avanti dal variegato fronte progressista sembrano contraddire proprio quei principi (democrazia e rispetto della Costituzione) che i compagni dicono di voler difendere.

Tra le ultime trovate c’è, appunto, una raccolta firme per chiedere di sciogliere CasaPound. Si trova sul sito www.change.org, ha raccolto 5.800 adesioni in dieci giorni ed è portata avanti dalla cosiddetta “Grande alleanza democratica e antifascista per la persona, il lavoro e la socialità”, di cui fanno parte, tra gli altri, la solita Anpi, la Cgil e pure il Partito democratico. «Noi, cittadine e cittadini antifascisti e democratici», si legge, «lanciamo questo appello a tutte le istituzioni repubblicane». E poi: «Insieme nella “Grande alleanza democratica ed antifascista per la persona, il lavoro e la socialità”, intendiamo dare una risposta umana alle idee disumane legate al fascismo. Per questo, insieme, esortiamo le autorità a vietare manifestazioni pubbliche e private di organizzazioni come CasaPound che si richiamano al fascismo o al nazismo, esortando al contempo le autorità a disporne lo scioglimento come già previsto dalla legge ed imposto dalla Carta Costituzionale».

Ecco, partiamo proprio da qui, Da quello che prevedono le leggi e la Costituzione. Nella Carta, all’articolo 49, c’è scritto che «tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale», mentre, come noto, la dodicesima disposizione transitoria e finale vieta «la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Bene, ma come si può, eventualmente, sciogliere un partito? In base all’articolo 3 comma 1 della Legge Scelba, il ministro dell’Interno, sentito il Consiglio dei ministri, può sciogliere un movimento a seguito di un sentenza che abbia accertato la ricostituzione del partito fascista. È quello che è successo, ad esempio, con la scioglimento di Ordine nuovo nel 1973. In casi straordinari di necessità e urgenza, si può procedere allo scioglimento con un decreto legge anche senza una sentenza, ma questa modalità non è mai stata utilizzata. Infine, lo scioglimento di un movimento è possibile anche in base all’articolo 7 comma 3 della legge Macino, quella contro l’odio e la discriminazione, ma anche qui è necessaria una sentenza della magistratura.

 

 

 

REGOLE PRECISE

Insomma, per fortuna (e in base alla Costituzione), in Italia sciogliere un movimento politico non è così facile. Ci sono regole precise e salvo casi davvero eccezionali è necessaria una pronuncia dei giudici. Per questo la petizione della “Grande alleanza democratica e antifascista per la persona, il lavoro e la socialità” oltre che inutile sembra fuori dalla Costituzione. Per quale motivo raccogliere 5mila, 10mila, 100mila o anche un milione di firme dovrebbe in qualche modo spingere le autorità a chiudere questo o quel partito? Sarebbe un po’ come fare una petizione per far arrestare una persona o per farla condannare a un processo: una cosa senza senso e perfino pericolosa.

 

 

 

DIMENTICANZE

Anche perché, in queste cose, si sa dove si inizia ma non si sa dove si finisce. «È abbastanza paradossale», si legge in una nota di CasaPound diffusa ieri, «la petizione lanciata dall’Anpi per chiedere il nostro scioglimento. Quante firme dovrebbero servire? Perché siamo sicuri che se qualcuno dovesse raccoglierle per chiudere il Pd, gli italiani favorevoli sarebbero molti di più». È probabile. Come è probabile che se qualcuno lanciasse davvero una raccolta firme per sciogliere il Pd, i progressisti reagirebbero con indignazione, proteste e allarmi democratici. E farebbero bene, visto che, come detto, l’esistenza dei partiti è tutelata dalla Costituzione. E visto che, come detto pure questo, per un eventuale scioglimento ci sono leggi molto chiare, che non prevedono raccolte firme, televoti o cose analoghe. Curioso che non lo sappiano, o se lo siano scordato, proprio quelli che si considerano (a torto) i custodi della Costituzione...

 

 

 

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