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Sangiuliano si dimette, l'avvocato Sica: "Piano studiato? Non lo possiamo escludere"

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"Se era un piano studiato? Questo non lo sappiamo, dobbiamo verificarlo. Non escludiamo alcuna ipotesi". L'avvocato Silverio Sica, legale dell'ormai ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (ha rassegnato oggi, venerdì 6 settembre, poco dopo le 17 le sue "dimissioni irrevocabili" con una lettera inviata alla premier Giorgia Meloni), risponde così ai giornalisti che lo assediano all'uscita dal Ministero, chiedendogli se davvero ci sia in atto un complotto o una strategia dietro all'affaire Maria Rosaria Boccia

Ad affacciare l'ipotesi, clamorosa, è stata la stessa Boccia, influencer di Pompei con cui Sangiuliano ha avuto una relazione e alla quale il ministro aveva proposto una nomina da consigliera per l'organizzazione di grandi eventi, nomina moi bloccata. La Boccia sostiene di essere venuta a conoscenza di dettagli riservati sul G7 della Cultura che verrà organizzato a Napoli e definisce "ricattabile" lo stesso Sangiuliano, di cui avrebbe ascoltato le conversazioni con altri esponenti del governo. Il ministro, spiega l'avvocato Sica, "è sereno, ma dispiaciuto per la sua carriera politica".

 

 

 

"Aspettiamo che si calmi la vicenda politica e faremo firmare la denuncia che andremo a elaborare", ha quindi annunciato il legale riguardo proprio a quella espressione, "ministro ricattabile". "Stiamo verificando una per una le dichiarazioni della dottoressa Boccia per renderci conto se c'è una violazione della riservatezza di quella che è stata la vicenda umana che ha accomunato per breve tempo queste due persone", aggiunge Sica. Ci sono prove del ricatto? "Lo escludiamo certamente", continua, osservano che "per il materiale che abbiamo esaminato siamo nel pieno di una vicenda privatissima. Questa vicenda, politicamente, risponde alla logica della doppia morale tutta italiana: la morale propria e quella dell'avversario".

 

 

 

Sangiuliano quindi denuncerà chiunque dice che è ricattabile? "E' chiaro", assicura il legale, negando l'utilizzo di soldi pubblici per viaggi e altre utilità a favore della Boccia: "Assolutamente no, nemmeno un caffè", risponde, concludendo: "Quello che mi lascia perplesso è il contesto di questo scandalo, e tutto ciò che c'è intorno a questo personaggio, che parte immediatamente segnalando su Instagram il fatto che non è stata nominata e su questo poi si scatena questa bagarre politica che risponde alla classica doppia morale, quella propria e quella dell'avversario".

"Prepareremo una denuncia nei confronti di questa signora. Su cosa consiste? Sulle dichiarazioni che ha fatto e per il materiale pubblicato", spiega ancora l'avvocato, sottolineando le "dichiarazioni gravi sul ministro, totalmente infondate, e dunque deve rispondere delle sue azioni". L'affermazione più grave, secondo il legale, è "quella che ha fatto a La Stampa, e cioè che il ministro sarebbe soggetto a ricatto. Spiegherà alla magistratura".

 

 

 

E sempre a questo riguardo, "il ministro - anticipa Sica - mi ha detto che possono rivoltargli il cellulare: tanto non c'è nulla" di compromettente. Proprio oggi abbiamo esaminato dettagliatamente tutte le chat del ministro e non c'è niente oltre al fatto strettamente privato. Dai fatti che mi sono stati esposti c'è una strana sintonia tra il fatto che non le viene concessa questa nomina a cui lei aspirava e l'uscita di foto e quant'altro", conclude il penalista. Nella denuncia che sarà depositata si farà, probabilmente, riferimento ai reati di tentata estorsione e violazione della privacy.

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