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Matteo Renzi? Vietato nominarlo: alla festa dell'Unità finisce malissimo

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Inatteso gelo politico su Matteo Renzi alla Festa dell'Unità di Reggio Emilia. Casa del popolo del Pd, certo, ma per una sera anche un po' grillina, vista la presenza sul palco di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, e di decine di attivisti e militanti pentastellati nel pubblico. Elemento, questo, forse decisivo per capire l'accoglienza freddina (eufemismo) ricevuta dall'ipotesi di un ritorno a pieno titolo di Italia Viva nel centrosinistra.

Il primo a toccare con mano la reazione dei presenti al riguardo è stato Paolo Gentiloni, big del Pd e commissario uscente all'Economia in Europa. "Il primo obiettivo è 'Unità' e abbiamo bisogno di una coalizione larga di centrosinistra. Lo dico da osservatore esterno ma penso che fa molto bene il Partito democratico ed Elly Schlein a lanciare un appello all'Unità a tutte le forze di centrosinistra, sia a quella che spontaneamente e facilmente si collocano nel centrosinistra, sia quelle che di nuovo si collocano nel centrosinistra come Italia Viva e quelle che mi sembra si siano collocate nel centrosinistra come i 5 Stelle". Su queste parole dell'ex premier, e in particolare sul passaggio relativo Italia viva, sono partiti alcuni fischi e grida dalla platea.

 

 

 

Stessa scena quando a prendere la parola è Conte, ma in chiave opposta: "Non sono convinto io che Renzi faccia perdere voti, ne sono convinti gli italiani. Sono usciti diversi sondaggi... E' questo quello che pensano le persone. Quanto al mio pensiero, lo conoscete bene", premette l'ex premier, che poi fa una domanda. "Voi vi fidate di Renzi?", e la risposta è un sonoro "nooo".  "Mi hanno dato un sondaggio - prosegue Conte -: il 74% degli elettori di sinistra invocano la coesione, un campo coeso. E' importante costruire una alternativa vincente, e la costruisci su cosa? Sulla credibilità del progetto". 

 

 

 

Un certo imbarazzo, sull'asse Pd-Renzi, lo ha espresso anche Michele De Pascale, sindaco di Ravenna e prossimo candidato governatore all'Emilia Romagna, possibile successore di Stefano Bonaccini (volato al Parlamento europeo). "Io dico una cosa in cui credo molto, il contrario dell'arroganza che sento in molti miei colleghi. Quello che fai a livello locale lo porti automaticamente a livello superiore". "Il presidente Conte - aggiunge De Pascale - sta dicendo cose importanti, e anche altri stanno dicendo cose molto corrette. Una coalizione non va fatta per sommare percentuali". Dalla platea gli gridano: "Con Renzi mai" e lui replica. spiegando che Conte ha ragione quando dice che "non si vincono le elezioni con la matematica delle percentuali sommate l'una con l'altra. Per vincere serve fiducia reciproca e credibilità di poter lavorare insieme, oltre a un programma condiviso. Queste due cose non ci sono a sufficienza e questo richiama tutti noi, perché quando poi fai la battaglia contro la autonomia differenziata la fai, se la devi fare sul salario minimo, la fai e non guardi chi sta firmando con te. Se vuoi avere una prospettiva di governo devi avere questi presupporti, altrimenti non ce la fai a governare, seppure vinci le elezioni. E anche questo è da vedere. La coalizione che si presenterà alle elezioni dovrà essere credibile e avere un programma condiviso". Renzi, insomma, è avvisato. 
 

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