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Gennaro Sangiuliano, l'avvocato: "È scosso, sta cercando di recuperare serenità"

Salvatore Dama
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Gennaro Sangiuliano è stato ascoltato per oltre quattro ore dai pubblici ministeri di Roma, ai quali, nelle scorse settimane, aveva trasmesso un esposto contro Maria Rosaria Boccia. La summa di quattro mesi movimentati, durante i quali l’ex ministro ha denunciato di essere stato vittima in vari modi del carattere “esuberante” della donna, fino alla violenza fisica, di cui ha mostrato i segni. Sangiuliano ha illustrato e chiarito i vari aspetti dell’esposto, atto che ha già portato all’iscrizione nel registro degli indagati dell’imprenditrice, sotto inchiesta per minaccia a corpo politico e lesioni gravi.

L’ex ministro ha avuto modo di ricostruire l’intera vicenda, descrivendo tutte le fasi del rapporto cominciato nel maggio 2024, quando ha conosciuto e iniziato a frequentare la Boccia. Sangiuliano ha potuto presentarsi in compagnia del suo avvocato, in quanto indagato in un procedimento connesso, dopo la denuncia presentata dal deputato dei Verdi Angelo Bonelli, sul quale ha competenza il tribunale dei ministri. «Gli inquirenti», spiega Silverio Sica, legale dell’ex ministro, «ora, con scrupolo, vaglieranno quanto abbiamo messo a loro disposizione: abbiamo massima fiducia nell’autorità giudiziaria. L’ex ministro è scosso e sta cercando di recuperare la serenità, ma adire alle vie legali era necessario altrimenti sarebbe rimasto il sospetto di un uomo ricattabile».

 

 

 

A breve, i pm convocheranno anche Maria Rosaria Boccia. Non prima di aver ultimato l’analisi dei supporti digitali sequestrati nell’abitazione di Pompei lo scorso 21 settembre. I carabinieri del Nucleo Investigativo hanno acquisito tre cellulari (Samsung, Nokia e Apple), cinque schede di memoria, due pendrive, due pc Apple e un tablet. Sono stati sequestrati anche gli occhiali Rayban Stories utilizzati dalla 41enne per effettuare riprese di nascosto all’interno della Camera dei deputati.

Al momento sono due i capi di imputazione che i magistrati contestano alla Boccia. Per quanto riguarda l'accusa di violenza e minacce a corpo politico, cristallizzato all'articolo 338 del codice penale e che prevede condanne fino a 7 anni di carcere, nel decreto di perquisizione si afferma che l'indagata ha esercitato minacce idonee a «compromettere la figura politica e istituzionale di Sangiuliano» in modo «da turbare l'attività e ottenere il conferimento della nomina a consulente per i Grandi Eventi, incarico di diretta collaborazione del ministro».

 

 

 

Tra le iniziative elencate anche la pubblicazione «senza consenso, di foto private nonché immagini oggetto di manipolazione che la ritraevano all’interno del ministero» e la divulgazione «progressiva e in modo frammentario», ai media e sui social, di notizie «attinenti alla sua relazione con il Sangiuliano, ai suoi rapporti con il ministero e all'accesso a documenti di informazioni riservate del ministero, ogni volta alludendo la disponibilità di altre notizie compromettenti per il ministro». Infine c’è il reato di lesioni aggravate per la ferita riportata dall’ex ministro Sangiuliano sulla fronte.

 

 

 

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