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Operaio morto, sciacallata a sinistra: come usano il dramma contro Matteo Salvini

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Fabio Rubini
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È tutta colpa di Salvini. Cosa? Tutto. Sempre e comunque. Una ditta appaltatrice pianta un chiodo in una canalina e blocca la circolazione ferroviaria su Roma? «Colpa di Salvini, si dimetta». Un operaio viene investito mentre lavora sui binari? «Colpa di Salvini, si dimetta».

La litania - o meglio lo sciacallaggio - che da giorni viene ripetuta con insistenza arriva dall’opposizione parlamentare - e non - per la quale, evidentemente, non solo il ministro deve controllare di persona i lavori di manutenzione di ogni singolo cantiere, ma pure che le norme di sicurezza vengano rispettate. Lui, solo lui, sempre lui. Gli altri di responsabilità non ne hanno mai. L’ultimo caso - una tragedia costata la vita ad Attilio Franzini, tecnico 47enne di Formia - che ha scatenato le sinistre si è registrato ieri notte nei pressi della stazione di San Giorgio di Piano (Bologna). Dalle prime ricostruzioni il cantiere notturno insisteva in una zona dove i treni non circolavano. Poi per qualche motivo che gli inquirenti stanno cercando di capire, l’uomo si sarebbe allontanato da quei binari ed è stato investito da un Intercity Roma-Trieste che transitava sul primo binario della linea BoL’incidente logna -Venezia. ovviamente ha portato a ritardi e disagi su quel nodo ferroviario, che si sono risolti in giornata. Sull’accaduto indagano la Polizia ferroviaria e i tecnici dell’Asl, coordinati dalla procura di Bologna, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti.

Se la procura ci va cauta, ascolta i testimoni e prova a farsi un’idea dell’accaduto prima di muovere accuse, la stessa cosa non si può dire per opposizioni e sindacati, che il colpevole «di omicidio» lo hanno già trovato, processato e condannato: Matteo Salvini. Il primo a puntare il dito contro il ministro e il governo è Matteo Lepore, sindaco di Bologna, che con Salvini ha più di un conto aperto: «È l’ennesima morte inaccettabile sul lavoro - tuona -, soprattutto perché non è la prima che si verifica nel corso di un’attività di manutenzione di Rfi. Al governo chiediamo di assumere provvedimenti urgenti per potenziare i livelli di sicurezza e salvaguardare la vita delle persone». Ancora più dura la Fillea-Cgil che chiede «la riapertura immediata del tavolo di confronto con governo» per parlare «dell’ennesima strage di Stato». Proprio così: «Strage di Stato». Definizione che non va lontanissima da quella dell’immancabile Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde: «Davanti a questo ennesimo omicidio sul lavoro è urgente che la premier Meloni cambi politiche e persone che sono alla guida del ministero dei Trasporti». Bonelli non lo cita, ma è chiaro che la persona cui si riferisce è Matteo Salvini, collettore di tutti i mali del Paese a partire dal Ponte sullo Stretto: «Di fronte al collasso del sistema ferroviario italiano, come è possibile spendere 14 miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto?». La Cgil però, in questa situazione drammatica, è riuscita anche a fare di meglio, proclamando quattro ore di sciopero tra i lavoratori della Salcef Group «pur non essendo l’azienda in questione sindacalizzata». Sipario.

 

Decisamente più misurata la reazione del Pd, che con Chiara Gribaudo ha ricordato che «non più di due settimane fa la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, dopo un anno di indagini, ha presentato una relazione sul lavoro svolto, votata all’unanimità cercando di contribuire con 14 proposte su controllo, investimenti in sicurezza e in tecnologia per evitare che tragedie simili accadano ancora». Detto questo, prosegue Gribaudo, «il ministro Salvini e Rfi devono accogliere queste relazione e lavorare da subito su queste proposte. Non possiamo più sopportare notizie di incidenti sul lavoro sulle linee ferroviarie, si deve fare ogni azione possibile. Subito».

Dalle opposizioni e dai sindacati, però, non è stata spesa una sola parola sugli oltre 1400 cantieri aperti dall’estate scorsa, che sono la dimostrazione plastica del gran bisogni di manutenzione di cui la rete ferroviaria necessita. Evidentemente perché chi ha governato il Paese negli ultimi anni (soprattutto il Pd e la sinistra in varie forme e modi) si è curato molto di parlare e poco di agire. Ora che invece i dem sono finiti irrimediabilmente all’opposizione, tutte le magagne della rete ferroviaria sembrano essere venute al pettine. Certo, usare l’incidente mortale di un lavoratore per fare sciacallaggio contro il governo non fa onore a nessuno.

Tornando invece al guasto che ha bloccato la circolazione sul nodo ferroviario di Roma, Matteo Salvini, intervenendo a margine della tappa di Perugia del tour “2023-2032 l’Italia dei Sì”, ha spiegato che «Io mi occupo dei finanziamenti che per il 2024 sono di tre miliardi e mezzo per le manutenzioni e di 9 miliardi per la rete ferroviaria per recuperare gli anni passati. È chiaro che se c’è un errore umano bisogna limitare la possibilità di questi errori. Mi sembra - ha concluso il ministro- che la ditta sia stata allontanata come è giusto che sia. Se ci saranno altre responsabilità interne a Rfi o Ferrovie dello Stato, che emergano. Io mi occupo di trovare soldi e approvare leggi, fino a prova contraria non vado a piantare chiodi».

 

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