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Enrico Berlinguer, i compagni vogliono riscrivere la storia

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I comunisti (ex, neo e post) non cambiano mai: impiegati inconsapevoli (e talora perfino in buona fede: e in questo caso non si tratta di un complimento) del “ministero della verità” lucidamente immaginato da Orwell, sono impegnati notte e giorno a riscrivere, a correggere, a modellare il passato in modo che sia funzionale alla propaganda del presente. E il guaio è che (per distrazione? per malintesa cortesia? per subalternità culturale?) nei loro trucchi casca spesso anche la destra, accettando o curando di non smascherare con troppa durezza queste continue manipolazioni.

L’ultima? Alla Festa del cinema di Roma, tra ovazioni per Gaza e sfilata sul red carpet dei vipponi rossi-rosé-fucsia, è stata presentata l’ennesima cine-agiografia su Enrico Berlinguer (“Berlinguer, la grande ambizione”, per la regia di Andrea Segre) come Libero vi ha già anticipato ieri. Con due tocchi orwelliani su cui occorre tornare: presentare il capo del Pci italiano nientemeno che come un antisovietico e come un socialdemocratico. Ora, con il rispetto che si deve a una figura sicuramente nobile e tormentata della politica italiana, questa doppia favoletta non sta né in cielo né in terra. (...)

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