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Sanità, una bufala colossale: così la sinistra trucca le carte

Sandro Iacometti
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Ma se i prezzi aumentano e la spesa sanitaria sale, i cittadini hanno più servizi? Se la popolazione diminuisce e le risorse restano le stesse gli ospedali diventano più efficienti e le liste di attesa spariscono? Ma, soprattutto, se il Pil crolla, come è accaduto col Covid, la sanità riparte e sguazza nell’oro? No, non siamo impazziti sottoponendo ai lettori domande assurde e sconclusionate. Stiamo semplicemente mettendo nero su bianco le conseguenze paradossali che si verrebbero a creare se prendessimo per buoni i dati a cui si aggrappa la sinistra per dimostrare che da quando al governo c’è Giorgia Meloni il sistema sanitario non vede più il becco di un quattrino. E che le risorse promesse nella prossima manovra sono solo specchietti per le allodole. Il leader pentastellato Giuseppe Conte, ad esempio, si vanta di aver portato la spesa sanitaria sopra il 7% del pil, senza ricordare, però, che nel 2020 il prodotto interno lordo è crollato del 9%. In termini assoluti, infatti, l’esborso a carico dei conti pubblici è stato di 123 miliardi rispetto ai circa 140 previsti per il prossimo anno. La verità è che fare polemica politica a colpi di tabelle e indicatori è un gioco dove la maggior parte delle volte si dicono un sacco di fesserie. (...)

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