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Christian Raimo sospeso, Ilaria Salis: "Come l'Ungheria di Orban"

giovedì 7 novembre 2024

2' di lettura

Dire che il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, è un "bersaglio debole" e che in virtù di tale debolezza "va colpito come la morte nera". Dire ancora che lo stesso Valditara è un "cialtrone" e un "lurido". Aggiungiamoci il fatto che diceva anche che "i neonazisti vanno picchiati, io lo insegno a scuola", posizione poi ribadita e rivendicata in televisione. Ecco, mettiamoci tutto ciò, ovvero il parziale campionario delle violente follie sostenute da Christian Raimo. Ecco, sappiate che "tutto ciò", per la sinistra, va bene. Nulla da eccepire (provate a immaginare cosa sarebbe potuto accadere cambiando le pettorine, collocando Raimo a destra e il bersaglio dei suoi insulti a sinistra. Ecco, ci siamo capiti).

Per fortuna, non tutti sono "la sinistra". Infatti Raimo, scrittore e insegnante, è stato sospeso per tre mesi dall'insegnamento con una decurtazione pari al 50% del suo stipendio proprio a causa delle sue agghiaccianti dichiarazioni: la decisione è dell'Ufficio regionale del Lazio, presieduto da Anna Paola Sabatini, secondo la quale quelle del docente erano "dichiarazioni pubbliche offensive" che "non possono essere considerate una critica costruttiva. Al contrario, si configurano come un'offesa che viola i principi fondamentali di rispetto reciproco e dialogo civile".

Ecco, ora torniamo al principio, alla sinistra che eccepisce, si indigna, strapalra di censura. Barbara Piccolotti di Avs parla di "intimidazione politica", il marito Nicola Fratoianni esprime solidarietà al professore, il M5s definisce la sospensione "un atto di violenza", il Pd ulula al "precedente molto grave". Già, difficile crederci, ma sono tanti, tantissimi quelli che, da sinistra, legittimano le parole inaccettabili di Christian Raimo.

Poi c'è chi si distingue. In peggio. Ovvero Ilaria Salis, la signorina delle "okkupazioni" portata in Europa dalla premiata ditta Bonelli&Fratoianni, uno scranno per la libertà dalle carceri ungheresi.  Ecco che la signorina Salis si esprime, in una storia su Instagram "la mia piena solidarietà al professor Christian Raimo, sospeso oggi dal suo incarico di insegnante per aver criticato il ministro dell'Istruzione Valditara". E ancora: "Se vogliamo evitare di seguire l'esempio dell'Ungheria di Viktor Orban, è fondamentale che la libertà di opinione e il diritto di critica siano tutealti da questo tipo di ritorsioni", conclude Ilaria Salis. Già, conclude con l'immancabile parallelismo tra Italia e "l'Ungheria di Orban". Parla di ritorsioni, dunque tra le righe di rischio democraico, di fascismo. Senza nemmeno provare ad interrogarsi, anche soltanto per un secondo, sulla miseria delle frasi di Raimo. Il punto è che, quasi certamente, le condivide, ritenendo di essere dalla parte del giusto.

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