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Gli utili idioti di sinistra hanno incendiato il clima e vogliono vendetta: prepariamoci al peggio

lunedì 13 gennaio 2025

3' di lettura

Eh no, troppo poco e troppo comodo. Un comunicatino di Sandra Zampa, una noticina di Piefrancesco Majorino, una parolina di Stefano Bonaccini, una mini -agenzia di Elly Schlein, e il giochetto della sinistra è chiaro: tentare di prendere le distanze – con il minimo sforzo e a costo zero – da un clima di pericoloso ribellismo che ha invece ambiguamente alimentato da settimane, e a cui ha offerto comprensione politica, copertura culturale, sostegno mediatico.

Che cosa ci dicono i fatti di Roma e quelli di Bologna, e ovviamente quelli di Milano in tutte queste settimane? Che si è determinata una saldatura pericolosa e confusa: spezzoni di immigrazione fuori controllo, elementi (c’è da temere: una galassia) di soggetti islamici se non radicalizzati quanto meno rabbiosi e carichi di immotivato rancore verso il paese che li ospita, un sentimento di ostilità pregiudiziale contro polizia e carabinieri, più un tocco di antisemitismo che purtroppo non manca mai come testimonia l’attacco alla sinagoga di Bologna. E naturalmente – come manovalanza – ci sono i soliti professionisti del caos, tra centri sociali, collettivi rossi e agitatori sparsi, in cerca soltanto di un innesco per scatenare la violenza.

La natura e gli ingredienti tossici di questo cocktail erano chiari dall’inizio. Eppure – in tv, sui giornali, in Parlamento – non è mancato chi si è prestato ad agire da utile idiota. Fingendo di non capire che il radicalismo islamico non può mai essere un buon compagno di strada, che l’attacco alle forze dell’ordine non promette nulla di buono, che l’immigrazione fuori controllo ovviamente esalta ed esaspera il tema della sicurezza urbana, e che esiste una miccia antisemita che va spenta con tempestività e decisione.

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LA DIFFERENZA
Inutile girarci intorno: il conflitto politico, le tensioni sociali, la battaglia delle idee sono entità sottoposte a una grammatica, a delle regole, o per lo meno – chiamiamole così – a delle regolarità. Un conto è se chi le maneggia lo fa con gli attrezzi della politica, ponendosi obiettivi costruttivi, cercando di estendere il consenso intorno al possibile raggiungimento di un risultato positivo. Questo è per definizione il compito di una buona opposizione: che può vincere (il risultato viene ottenuto) oppure può perdere (il risultato non viene ottenuto) ma in ogni caso sa contenere e incanalare le spinte protestatarie, offrendo uno sbocco politico intelligente.

Altro conto è invece se non c’è un obiettivo politico, un risultato costruttivo, una campagna attorno alla quale raccogliere idee e consenso, ma solo un inseguimento meccanico e stupido del casino del giorno, della chiassata di piazza, con il riflesso condizionato di dar ragione a chi non la merita.

Sul caso Ramy, per capirci: perché, dopo il noto episodio di Milano, si è quasi accettato come inevitabile il fatto che un quartiere di Milano, Corvetto, venisse messo a ferro e fuoco? Per settimane, abbiamo assistito a un festival giustificazionista, a una gara di “ascolto” del presunto disagio: con il risultato che i violenti si sono sentiti protetti e incoraggiati.

E così – ecco Roma, ecco Bologna – è nata una specie di Black Lives Matter all’italiana, un movimento di contrasto violento contro la polizia e i carabinieri, con la pretesa di poter godere di una sorta di “immunità” politica e mediatica.

LE CONSEGUENZE
Con questo innesco, l’incendio è stato ormai appiccato, e ogni occasione, ogni pretesto, ogni piazzata sono utili a far casino. Senza neanche rendersene conto, chi agisce così cerca il morto. E, sempre senza rendersene conto, è tragicamente probabile che lo troverà, perché un incidente è per definizione dietro l’angolo.

Qui a Libero, da mesi, sistemiamo una accanto all’altra le tessere del mosaico, incastriamo i pezzi del puzzle, uniamo i puntini. E l’immagine che viene fuori è tutt’altro che rassicurante. Sarebbe l’ora che qualche testa fredda a sinistra – se ancora c’è – dicesse che è arrivato il momento di fermarsi. Ma temiamo che non accadrà, perché lo spirito di contrapposizione ottusa è più forte di qualunque analisi razionale. Dunque, prepariamoci al peggio.

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