
Donald Trump, Italia esentata dai dazi? FdI: "Siamo in una posizione unica"

"Ci sono troppe variabili in campo: sarà un attento lavoro di accordi e negoziati, ma l’Italia si trova in una posizione unica per affrontare le sfide future grazie alla sua resilienza e al suo approccio strategico”: Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia eletto nella circoscrizione Nord e Centro America, lo ha detto a proposito della questione dazi introdotta dal nuovo presidente americano Donald Trump. Quest'ultimo, subito dopo essersi insediato, ha parlato della possibilità di introdurli soprattutto nei confronti dell'Europa. Tuttavia, quando una reporter italiana gli ha chiesto se concederà una tregua all’Italia sui dazi, lui ha risposto dicendo: "Meloni mi piace molto, vediamo cosa succede!".
Il rapporto tra il tycoon e la premier potrebbe valere all’Italia un’esenzione dalle misure punitive contro una Ue che “ci tratta molto male”, come ha ripetuto più volte il tycoon a Davos. Sotto la sua lente ci è finita in particolare l'Europa per via del forte surplus commerciale europeo, soprattutto tedesco e italiano, ma anche per la regolamentazione Ue del digitale e per i contenziosi con le Big Tech. A tal proposito, contattato dall'Adnkronos, Di Giuseppe ha spiegato che “per l’Italia i rischi sono più contenuti rispetto ad altre economie come quella tedesca. Il nostro tessuto di piccole e medie imprese, se fino a 3-4 anni fa veniva criticato, oggi è un asset: produciamo beni unici che difficilmente possono essere prodotti negli Stati Uniti, dunque non c’è l’interesse a colpirli con dazi".
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“Dazi all'Italia? Meloni mi piace molto, vediamo”: le parole di Trump:
La differenza con Berlino, secondo il deputato, ci sarebbe. Per lui, la Germania "rischia di essere colpita duramente dai dazi per via della sua forte esposizione commerciale e della bilancia commerciale sfavorevole, con grandi aziende direttamente concorrenti delle corporation statunitensi”. In ogni caso, ha avvertito che affrontare il tema dei dazi richiederà pragmatismo da parte dell’Europa: ”Non possiamo permetterci di adottare toni conflittuali o scimmiottare Trump, c’è un evidente squilibrio tra le nostre capacità negoziali. Serve intelligenza per sfruttare i nostri punti di forza, essendo coscienti dei nostri limiti”.
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