L’impugnazione in attesa che si pronunci la Consulta, poi il tema del terzo mandato sarà affrontato a livello nazionale, per far sì che non si vada in ordine sparso: con questo assunto - riferiscono fonti presenti alla riunione - è stata presa questa mattina la decisione dal Consiglio dei ministri di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento che ha portato da due a tre il limite dei mandati consecutivi per il presidente della Provincia. Decisione presa in Cdm con il parere contrario della Lega e il sì di Fratelli d’Italia e di Forza Italia.
È stato Roberto Calderoli a introdurre il tema, spiegando che si tratta di una scelta politica e illustrando le motivazioni per le quali a suo dire occorrerebbe lasciare alle regioni l’autonomia di legiferare su questa materia. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha sostenuto le posizioni del responsabile per gli Affari regionali, ricordando allo stesso tempo l’importanza dell’unità della coalizione di centrodestra che ha vinto a Bolzano. Per Fratelli d’Italia è intervenuto il capo delegazione e ministro delle Politiche agricole Francesco Lollobrigida. Favorevole all’impugnativa si è detto anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Alla fine del confronto è stata la premier Giorgia Meloni a dare l’ok alla decisione, mentre Calderoli ha ribadito le sue perplessità, presentando poi la legge delega sui Lep.
Il partito di via Bellerio denuncia la violazione dell’autonomia della regione a statuto speciale, "l’autonomia del Trentino è un valore non negoziabile e fondamentale, questo sia chiaro anche ai colleghi di maggioranza", l’avvertimento. Viene dunque considerata una "ingerenza" quella dell’esecutivo, "un atto istituzionale molto pesante contro le prerogative dell’autonomia trentina, con una chiara valenza politica", l’accusa del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. "Oggi il Cdm ha sancito la crisi di questa maggioranza", commenta il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia. "La maggioranza di Meloni è andata in pezzi direttamente in Consiglio dei ministri", sostiene il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova. Il centrodestra, inoltre, si trova a dover sbrogliare la matassa in Regione Friuli, dopo che gli assessori di Lega, lista Fedriga e Forza Italia hanno rimesso nelle mani del governatore le proprie deleghe. "È evidente perché è nata questa crisi: più volte - ha osservato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, a margine del Festival delle Regioni di Venezia - sono state fatte dichiarazioni lontane dalla realtà rispetto all’azione" della Regione, "penso che abbiamo dato un contributo importante allo sviluppo della regione, ci piacerebbe continuare a farlo, ma non sono disposto a scendere ai compromessi di una vecchia politica che guarda ai posizionamenti e non è disposta a dare risposte a i cittadini".