"Lavoriamo per raggiungere il quorum e non siamo così distanti" dall'obiettivo. Prosegue la battaglia di Elly Schlein e compagni per il raggiungimento del quorum in vista del referendum dell'8 e 9 giugno. A detta della leader del Pd "è una grande occasione perché con questo voto possiamo cambiare direttamente delle leggi". Raggiunta dal Corriere della Sera la dem chiarisce la linea del Pd dopo la posizione espressa da dirigenti riformisti dem che hanno annunciato che non ritireranno le schede relative al Jobs Act: "Non abbiamo mai chiesto abiure a nessuno - sottolinea - Il presidente Bonaccini che fu mio sfidante alle primarie, ha richiamato l'importanza di andare a votare tutti i quesiti".
E non manca l'attacco al governo. Questa volta nel mirino ci finiscono i dazi annunciati da Donald Trump: "Mi chiedo di che cosa abbia parlato Meloni al telefono con Trump perché questo ulteriore annuncio ha fatto fare un altro tonfo alla nostra Borsa. Questa incertezza va avanti da mesi danneggiando le nostre imprese". Risultato? "Il 58% delle aziende italiane ha rallentato i propri investimenti e lei non ha mai detto all'amico Trump: 'Fermati, stai giocando con il fuoco'". La presidente del Consiglio, secondo la segretaria dem, "rivendica i colloqui con il presidente Usa, l'incontro con Vance e von der Leyen, ma mi sembra che il ponte che lei pensa di essere tra gli Usa e l'Europa abbia la stessa solidità di quello sullo Stretto di Salvini, cioè zero - rimarca -. L'Europa a questo punto deve negoziare unita e pronta a colpire lì dove fa più male, cioè le big tech americane, in modo da sventare una guerra commerciale che sarebbe devastante".
Infine il conflitto a Gaza: "Da questo governo - conclude -non è mai arrivata una condanna netta delle azioni criminali del governo di estrema destra di Netanyahu. Non è il tempo del silenzio e della timidezza: oggi non c'è solo bisogno di una condanna netta ma anche di atti concreti. E in questo senso il governo italiano ha sbagliato a votare contro la revisione dell'accordo di collaborazione tra Ue e Israele, votato dalla maggioranza degli Stati".