Comunali, da Genova a Ravenna: così il voto può cambiare gli equilibri

di Elisa Calessisabato 24 maggio 2025
Comunali, da Genova a Ravenna: così il voto può cambiare gli equilibri
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La partita elettorale del prossimo week-end è un po’ la prova generale della sfida nelle urne più significativa del 2025, quella che in autunno vedrà il rinnovo di ben sei regioni. I Comuni al voto domani (dalle 7 alle 23) e lunedì (dalle 7 alle 15) sono 117, ma sono solo 4 i capoluoghi: Genova, Ravenna, Taranto e Matera. Gli occhi sono puntati soprattutto su Genova, da un decennio governata dal centrodestra e che il centrosinistra, qui in formato larghissimo, spera di riconquistare. In caso di ballottaggi, il secondo turno coinciderà, poi, con un’altra competizione politicamente significativa (anche se il quorum appare lontano): i referendum dell’8 e 9 giugno.

È Genova, dunque, la città su cui i fari mediatici saranno puntati (senza nulla togliere ovviamente all’importanza delle altre). A giocarsi la partita sono da una parte Pietro Piciocchi, sindaco facente funzioni dopo che l’ex primo cittadino Marco Bucci è stato eletto a presidente della Regione, avvocato civilista, cattolico, padre di otto figli, sostenuto da tutto il centrodestra, dall’altra Silvia Salis, vicepresidente del Coni ed ex campionessa di lancio del martello, che proverà a far dimenticare la sconfitta del centrosinistra alle Regionali. Per Elly Schelin è una doppia sfida. La prima è strappare una bandierina al centrodestra (simbolica perché Genova, prima di Bucci, è sempre stata governata da giunte di sinistra). La seconda è dimostrare che il centrosinistra in formato large (perché qui si presenta da Italia Viva al M5S, ossia in quella formazione che Conte, pochi mesi fa, proprio in Liguria, non aveva voluto) può vincere. Anche se i leader hanno evitato iniziative e foto insieme (a differenza del centrodestra). Il che fa riflettere. Ovviamente se dovesse perdere, la sconfitta sarebbe doppia: Genova continuerebbe a voltare le spalle alla sinistra e il campo largo dimostrerebbe di non farcela nemmeno in formazione extra-large.

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Per il centrodestra vincere Genova significa mantenere una roccaforte simblica strappata all’altro campo, oltre che uno dei porti italiani più importanti, dimostrare - a livello nazionale - che il centrodestra tiene e non c’è alcun cambio di vento (come, c’è da scommettere, dirà il centrosinistra in caso di vittoria) e, non ultimo, assicurare un unico colore politico alla filiera Regione-Comune, dettaglio non da poco in una città che si troverà a realizzare mol ti investimenti del Pnrr. Gli altri candidati a sindaco sono Raffaella Gualco, sostenuta dalla lista civica Genova unita, Antonella Marras per la lista Sinistra alternativa, Francesco Toscano per Democrazia Sovrana Popolare, Cinzia Ronzitti per il Partito Comunista dei Lavoratori, e l’ex senatore del M5S Mattia Crucioli, candidato sindaco per Uniti per la Costituzione.

Oltre al capoluogo ligure, si vota anche a Ravenna, Taranto e Matera. Nel comune romagnolo, il centrosinistra deve mantenere la posizione, fin qui presidiata da Michele De Pascale, eletto presidente della Regione. I candidati sono sette. Il centrosinistra ha puntato su una scelta di apparato: il segretario provinciale del Pd Alessandro Barattoni, appoggiato anche da M5S e AVS. Il centrodestra, invece, si presenta diviso: Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno scelto Nicola Grandi, la Lega Alvaro Ancisi. Democrazia Cristiana candida Giovanni Morgese, l’area comunista sostiene invece Marisa Iannucci e la lista civica La Pigna punta sulla capogruppo in Consiglio comunale, Veronica Verlicchi.

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Sotto Ravenna, per il campo largo non si vedono molte gioie. A Matera il Pd non si presenta nemmeno. Il centrodestra schiera Antonio Nicoletti, il centrosinistra si divide tra l’ex sindaco del M5S, Domenico Bennardi, decaduto lo scorso ottobre per le dimissioni di 17 consiglieri comunali su 32, e il dem Roberto Cifarelli, che scende in campo con una lista civica. Grande assente, però, è il Partito democratico: come già successo nelle Comunali di Potenza della primavera 2024 non ha presentato una lista con il proprio simbolo. A sfidare i due “big” saranno i civici Luca Prisco e Vincenzo Santochirico.

Frastagliata è anche la situazione a Taranto, dove gli aspiranti sindaci sono ben sei. Anche qui il campo largo è diviso. Il Pd sostiene l’ex presidente del consiglio comunale Piero Bitetti, mentre i pentastellati la giornalista Annagrazia Angolano. Ma diviso è anche il centrodestra: Luca Lazzaro ha il sostegno di Forza Italia e Fratelli d'Italia. Mentre la Lega e sette liste civiche sostengono l'avvocato Francesco Tacente. Mirko Di Bello corre per la coalizione Adesso, mentre Mario Cito è sostenuto dalla lista At6-Lega d'Azione Meridionale. Centrosinistra in ordine sparso, poi, alle amministrative in Calabria dove, nei 4 comuni sopra i 15mila abitanti regnano le liste civiche, con il centrodestra che si presenta compatto nelle principali due città.

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