Alle 16:30 il redde rationem. Il sindaco Beppe Sala si trova davanti a una scelta cruciale, rappresentata da due discorsi distinti sul suo tavolo, accomunati dalla premessa ma divergenti nelle conclusioni. Il discorso con copertina verde, come riporta un retroscena del Corriere, lo vede proseguire il mandato da sindaco, forte del sostegno della sua maggioranza, con un’agenda focalizzata su continuità e progetti futuri, come la vendita di San Siro, considerata una priorità personale dopo anni di lavoro.
Questo discorso si basa sulla determinazione e fiducia nel portare avanti i dossier aperti, sostenuto da un Pd che, pur chiedendo discontinuità, offre appoggio su temi chiave come welfare, mobilità dolce, cultura e diritti, con un bilancio da tripla A. Sala, in questo scenario, negozia con il partito condizioni chiare: quali progetti saranno sostenuti? Il patto elettorale regge? Il discorso con copertina arancione, invece, contempla un passo indietro. Qui Sala considera l’ipotesi di dimettersi, temendo di diventare un’anatra zoppa, limitato da una maggioranza instabile che lo costringerebbe a un ruolo semicommissariato. Le tensioni politiche, le inchieste giudiziarie e le critiche, come quelle dell’ex sindaca Chiara Appendino, pesano: Sala si sente sotto attacco, con il rischio di non poter realizzare il suo programma. Le consultazioni con il Pd, durate oltre due ore, non hanno ancora sciolto il nodo. Se il verde prevale nelle indiscrezioni, l’arancione resta una possibilità, legata alle riflessioni notturne e al timore di un logoramento politico. La decisione finale, attesa a breve, determinerà il futuro di Milano.