La bufala Cinquestelle sullo stipendio dei deputati

di Lorenzo Cafarchiogiovedì 24 luglio 2025
La bufala Cinquestelle sullo stipendio dei deputati
3' di lettura

Giorno che incontri polemica che trovi. Gli anticasta per eccellenza, il Movimento 5 Stelle, sono partiti alla carica contro il vice presidente della Camera dei deputati, uno dei volti storici di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli. Il motivo? Presto detto. L’atto del contendere ruota attorno a un presunto odg legato al Bilancio di Montecitorio rivolto a «intensificare il confronto con i competenti organi del Senato, al fine di superare eccessive differenziazioni nella disciplina di istituti comuni ai due rami del Parlamento».
Tradotto? «In realtà», dice Rampelli, avevo «proposto informalmente di lavorare per equiparare gli istituti di Camera e Senato per difendere la nostra amministrazione e i suoi dipendenti».

In pratica uguagliando gli stipendi dei lavoratori dei due enti. Il problema qual è? «La Camera ha dovuto bandire concorsi per assumere centinaia di nuovi dipendenti in quasi tutti i profili per i fisiologici pensionamenti». Ricorda il vice presidente della Camera che i concorsi costano «centinaia di migliaia di euro ma, in virtù del ruolo unico con l’amministrazione del Senato, i nuovi assunti possono chiedere subito il trasferimento a Palazzo Madana e questo comporta la necessità di bandire nuovi concorsi onerosi ovvero di far scorrere la graduatoria». Quindi un intervento concreto per le maestranze del Parlamento. Ma i pentastellati non ci stanno.

In primis appare all’orizzonte l’ex sindaco di Torino Chiara Appendino. Sui social, accompagnata da foto con sguardo torvo e blazer giallo d’ordinanza, mette nel mirino «la casta» che «ci prova ancora. Con il favore delle tenebre, in piena legge di Bilancio, hanno aumentato lo stipendio dei propri Ministri». Le parole sparate tutte a raffica dentellate da un «sì, avete capito bene: hanno presentato un ordine del giorno per aumentarsi lo stipendio». Michele Gubitosa, sempre dei M5S, parte nella mattinata di ieri asserendo di aver beccato Fdi «con le mani nella marmellata». Rampelli ribadisce che non esiste nessun l’ordine del giorno e che anzi «non si può dire neppure che sia stato ritirato perché non è mai comparso negli atti ufficiali». Gubitosa nel tardo pomeriggio, colpo di scena, tira fuori un atto con «primo firmatario Rampelli». Il 5 stelle chiude il post Facebook con un irriverente, riferito al documento: «Cos’è questo, allora?».

Rampelli, nel suo intervento serale alla Camera dei Deputati, precisa che l’odg «non esiste. Stiamo vedendo qualcosa di surreale, il foglio sventolato dall'opposizione non è stato registrato. Come Palazzo Montecitorio facciamo il lavoro più dispendioso a livello di assunzioni e, spesso, capita che le maestranze più qualificate scelgano, anche per questioni economiche, di partecipare ai concorsi del Senato lasciando sguarnita la Camera. Chi baccaglia deve trovare una soluzione per evitare che la Camera rimanga un centro di smistamento. Sui vitalizi ricordo», prosegue il vicepresidente della Camera, «i primi interventi sostanziali li ha fatti il Centrodestra.

Perché non si può parlare di questione morale se la questione morale la si ha sotto le scarpe. La critica viene da chi ha voluto reddito di cittadinanza e Superbonus. Ricordo, ancora, che l’odg non esiste e chi lo invoca fa solo propaganda. Siete ridicoli». Infatti Rampelli, vista la bozza che gli uffici della Camera avevano preparato, ha deciso di non presentare l’atto per evitare equivoci.

Anche perché l’intenzione dell'esponente Fdi, come detto, è quella di equiparare i lavoratori della Camera a quelli del Senato. A conti fatti sussiste solo quello che viene protocollato. E qui di protocollato non risulta nulla.

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