"In 15 anni d'amministrazione non mi sono mai occupato di affidamenti pubblici, di lavori. Mi sono sempre fidato ciecamente dei miei dirigenti, dei miei collaboratori, come ho fatto in questo caso". Matteo Ricci, ora indagato nell’ambito della vicenda "Affidopoli", si giustifica così. Sono infatti 24 gli indagati nell'inchiesta coordinata dal capo della procura di Pesaro, Marco Mescolini e dalla pm Maria Letizia Fucci per gli affidi diretti 'sotto soglia' per quasi 600 mila euro a due associazioni no-profit per la gestione di eventi, progetti culturali e lavori di manutenzione.
Oltre all'ex sindaco, nonché candidato presidente alle prossime elezioni regionali per il centrosinistra, ci sono altre 23 persone indagate. Il capo di gabinetto di allora, Franco Arceci, i dirigenti che hanno firmato le delibere di concessione degli incarichi, Eros Gilardi e Loris Pascucci, altri funzionari comunali, i fondatori delle associazioni Opera Maestra e Stella Polare, Stefano Esposto e Massimiliano Santini, che all'epoca dei fatti contesti, dal 2020 al 2024, era anche assunto nello staff dell'allora sindaco Ricci, l'ex direttore della Fondazione Pescheria, Silvano Straccini, dimessosi nel marzo scorso, e i vertici di Aspes (le due partecipate del comune che sarebbero state utilizzate per aggirare le procedure di evidenza pubblica degli incarichi, ndr).
E ancora: Ugo Baiocchi, Giulia Tortora, Stefania Marchionni, Davide Venturi, Enrico Tomassini, Marina Vagnini, Gianni Luca Marco Galdenzi, Maria Laura Maggiulli, Antonio Marcello Muggittu, Italo Danilo Della Biancia, Angelo Della Biancia, Riccardo Sivelli, Michele Storoni, Roberto Paolucci, Filippo Travaglini, Paolo Pagnini, Antonio Cammarano. I reati ipotizzati sono: corruzione, turbativa d'asta, falso ideologico, peculato, abuso d’ufficio, indebita percezione di fondi pubblici e induzione indebita a dare utilità. Accuse pesanti su cui però Ricci di dice "sereno" e pronto ad andare avanti.