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Bologna, altra bomba sul Pd: maxi-incarico illegittimo agli architetti

di Michele Zaccardi sabato 26 luglio 2025

2' di lettura

Faro della Corte dei Conti sul Comune di Bologna. Nel mirino una consulenza esterna mascherata da appalto di servizi. Per la sezione di controllo dei magistrati contabili dell’Emilia-Romagna, ha queste caratteristiche un affidamento disposto dal Comune, con una determinazione dirigenziale del 2024, a uno studio di architettura, per redigere uno studio unitario sulle aree esterne a nord del distretto ex scalo Ravone, per un importo di circa 115mila euro. Lo riporta il Resto del Carlino. I giudici contabili (presidente Marcovalerio Pozzato, consigliere relatore Alberto Rigoni), hanno accertato l’illegittimità della procedura adottata dall’amministrazione comunale e hanno disposto la trasmissione della delibera, la numero 89 del 2025, alla Procura regionale contabile per le valutazioni sul danno erariale.

Il motivo è che secondo la Corte dei Conti l’affidamento non avrebbe riguardato un appalto di servizi che si ha quando c’è una prestazione diretta a fornire un’utilità a favore del committente- ma un incarico di collaborazione esterna. Collaborazione resa, peraltro, in violazione delle norme di legge: cioè senza aver prima accertato l’impossibilità di utilizzare personale interno e senza procedura comparativa. Inoltre, negli atti del Comune non è stato riscontrato il parere dei revisori dei conti, obbligatorio per legge. Intanto va avanti la polemica contro l’amministrazione comunale, scatenata dall’esposto di una rete di associazioni e comitati locali che ha spinto la Procura ad aprire un fascicolo conoscitivo, al momento senza indagati né ipotesi di reato.

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L’esposto mette in fila tredici operazioni urbanistiche già realizzate dai privati nella periferia bolognese (zona Ospedale Maggiore, Mazzini, Due Madonne, Stalingrado, Bolognina e Corticella) chiedendo ai magistrati di verificare eventuali profili illeciti o anomalie nelle procedure di concessione. Insomma, secondo i comitati, una storia di permessi edilizi concessi con disinvoltura, sulla falsariga di quanto sarebbe accaduto negli ultimi anni a Milano.

Ieri sul tema è intervenuto l’assessore all’Urbanistica del Comune di Bologna, Raffaele Laudani, rispondendo durante il question time alle domande di vari consiglieri di maggioranza e di opposizione sul fascicolo aperto dalla Procura. «Ogni accostamento con il modello Milano è improprio» ha detto l’esponente della giunta guidata dal dem Matteo Lepore. «Qui non abbiamo e non vogliamo la finanza speculativa», ha dichiarato Laudani, ribadendo la sua convinzione che qualsiasi accostamento con le vicende milanesi sia «fuorviante».

L’assessore si poi detto convinto che «si possa rivendicare con orgoglio un “modello Bologna” ancorato nei valori e nella cultura progressista e democratica di questa città, e che prova a rispondere alle sfide nel nostro tempo». Come già detto dal Comune nei giorni scorsi, inoltre, l’assessore ha auspicato che su questi temi «si apra una discussione seria e non ideologica». Secondo Laudani, «l’esposto, presentato a novembre senza produrre indagati o ipotesi di reato, è molto lacunoso sul piano normativo e regolamentare, e riguarda interventi che risalgono alle amministrazioni precedenti», addirittura «al 2010».

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T.M.