Dopo tre giorni dal video in cui lo stesso Matteo Ricci dava notizia dell'avviso di garanzia, arrivano le parole di Elly Schlein. La segretaria del Pd conferma la posizione, del resto, già espressa da Igor Taruffi, responsabile organizzazione: Ricci resta candidato. Assolutamente sì. Come detto l’altro giorno il Pd è al fianco di Ricci» che «resta il nostro candidato». Ha detto di essere completamente estraneo, «abbiamo fiducia nella magistratura e speriamo sia chiarito tutto al più presto», «Il Pd è assolutamente al suo fianco». Parole che più nette non si può.
Il problema è che arrivano in un giorno in cui il fossato con il M5S si è allargato come non accadeva da tempo. Il primo gesto di distanza arriva in mattinata quando Giuseppe Conte, all’ultimo momento, diserta un evento sul lavoro, il seminario su “Una legge perla piena e buona occupazione”, organizzato dalla Società italiana di teoria e critica, in cui era invitato insieme a Schlein e agli altri leader del campo largo. Evento che la segretaria dem aveva scelto proprio per serrare i ranghi e ribadire che «l’alternativa c’è già ed è possibile». Cosa che ha detto. Solo che davanti a lei c’erano solo Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. La sedia riservata a Conte è rimasta vuota per «impegni improvvisi» del leader M5S.
Elly Schlein, fuoco amico di De Angelis: "Dov'è? Anche in Parlamento le parlano dietro"
"Il silenzio di Schlein sulla questione morale". È questo il titolo del commento di Alessandro De Angel...Il secondo gesto arriva nel tardo pomeriggio, quando da Campo Marzio, sede del M5S, si fa sapere che il presidente Conte ha convocato in giornata una riunione con la vicepresidente vicaria Paola Taverna, Giorgio Fede, coordinatore regionale Marche, e i vari coordinatori provinciali e rappresentanti dei gruppi territoriali marchigiani. Riunione in cui il leader pentastellato avrebbe ribadito la necessità di prendersi il tempo per decidere se continuare a sostenere la candidatura di Matteo Ricci dopo l’avviso di garanzia, arrivato il 22 luglio. «Ci stiamo prendendo il tempo necessario», avrebbe detto Conte ai suoi, «perché è importante attendere la conclusione degli interrogatori dei prossimi 30-31 luglio da parte della procura». L’ex premier avrebbe poi chiesto ai suoi di avviare, già nei prossimi giorni, un confronto sui territori per «conoscere le sensibilità del territorio».
Condizione utile ai fini della decisione, che comunque si prenderà a Roma. Conte avrebbe anche sottolineato che «un avviso di garanzia non è una condanna», e che una «forza politica matura e responsabile come il Movimento 5Stelle» è chiamata a «discernere caso per caso e valutando se il singolo ha dimostrato onestà o disonestà». Allo stesso tempo, però, Conte avrebbe anche ricordato quali sono le stelle polari dell’azione politica del Movimento, ossia «etica pubblica, trasparenza e legalità», valori «fondamentali e non negoziabili».
Matteo Ricci, Pina Picierno contro Giuseppe Conte: "Ridotto a capo del tribunale del popolo"
"Da 'avvocato del popolo' a capo del tribunale del popolo: Conte pretende di 'leggere le carte'&nbs...Un prendere tempo che crea non pochi malumori nel Pd. «Non fanno altro che speculare sulle nostre difficoltà. Non perdono occasione per farlo». Irritazione che nei riformisti si somma alla critica nei confronti dei vertici dem, accusati di essere troppo succubi nei confronti dell’alleato. Ieri questa tensione è esplosa nel botta e risposta tra Pina Picierno e Chiara Appendino. «Conte pretende di leggere le carte sull’inchiesta che coinvolge Matteo Ricci e poi di emettere la sua personale sentenza», scriveva sui social la vicepresidente del Parlamento europeo. «Il giustizialismo a corrente alternata del M5S, che difese Appendino da una condanna, ora si abbatte su un amministratore specchiato e stimato come Ricci. Un’alleanza non si costruisce sulla graticola di un presunto moralismo, e nemmeno su una presunta superiorità morale che non esiste, e proprio a nessuno è consentito di autonominarsi giudice e censore. Serietà, per favore: gli amministratori e i candidati del Pd meritano rispetto!». Poco dopo è arrivata la replica di Appendino: «La mistificazione politica me la aspetto da questa destra, ma non accetto che si utilizzi strumentalmente il mio nome per negare l’evidenza».
Quindi, ha rinfacciato a Pi cierno di «sostenere l'economia di guerra di Von der Leyen». Quanto alle questioni etiche, «so che ti dà fastidio, ma sì, siamo diversi. Se per difendere un collega di partito serve stravolgere i fatti, il problema non è la mia condanna, ma il tuo concetto di serietà». Carezze tra alleati.