Il 2 agosto è passato da tre giorni. Ma la sinistra non si ferma. Le polemiche sulla Strage di Bologna vanno avanti e l’obiettivo dei progressisti è chiaro: mettere fuorilegge il Msi, cosa che hanno provato a fare, senza riuscirci, già negli anni Settanta. La Fiamma, secondo loro, è responsabile della stagione delle stragi. Quindi Giorgia Meloni dovrebbe rinnegare Almirante e soci, prendendo le distanze da quel passato.
Ieri a ribadire questo concetto è stato Matteo Lepore, sindaco di Bologna, che in un’intervista a Repubblica ha attaccato: «La strage ha una matrice politica evidente: è un fatto che esponenti del Msi abbiano favorito e organizzato questo attentato così come altri fatti di sangue. Ed è un fatto politico che, nel corso della guerra fredda, servizi segreti e parti dello Stato abbiano collaborato per frenare l’avanzata del Pci». Alè: Msi carnefice, Pci vittima. Su Libero, in questi giorni, lo abbiamo scritto più volte.
Ma va ribadito: non c’è nessuna sentenza che collega il Msi alla Strage di Bologna (sugli «altri fatti di sangue», poi, Lepore dovrebbe essere più preciso). Qualche condannato, questo è vero, aveva un passato nel Movimento sociale, ma sarebbe come accusare il Pci del sequestro Moro visto che alcuni brigatisti coinvolti avevano militato nel Partito comunista. Avrebbe senso? No, naturalmente...
A TESTA BASSA
Eppure i compagni vanno avanti a testa bassa: la responsabilità è del Msi e, quindi, di Fratelli d’Italia. Significativo, in questo senso, il titolo che sempre ieri ha fatto la Stampa, in prima pagina, a un’intervista a Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fdi: «Bologna? Noi non c’entriamo». Donzelli, in realtà, ha detto una cosa molto semplice: «Chi prova a collegare queste vicende al governo Meloni dimentica che molti del nostro gruppo dirigente all’epoca non avevano neanche l’età per salire a bordo di un treno da soli». Ma il fatto che ci sia bisogno di dirlo (e che venga sollecitato a farlo un esponente della maggioranza) fa capire l’uso strumentale che la sinistra vuole fare dei morti di 45 anni fa...
NELLE SCUOLE
Un uso strumentale che arriva anche a risultati piuttosto bizzarri. Come quello di paragonare la bomba alla stazione di Bologna con quelle che colpiscono Gaza. Siamo ancora su Repubblica, questa volta nelle pagine dell’edizione di Bologna. Dove viene intervistata la storica Cinzia Venturoli, da anni al fianco dell’Associazione delle vittime del 2 agosto. «La memoria», ha detto, «non si spezza se troviamo un linguaggio che ci permetta di trasmetterla a chi arriva. A chi è giovane. E anche a chi magari viene in questo Paese portandosi dietro un’altra memoria, diversa». Dobbiamo trovare il modo di raccontare quello che è successo ai migranti, insomma. A cominciare, ovviamente, dalle scuole: «Quest’anno abbiamo coinvolto 9.700 bambini e ragazzi, a partire dalla quinta elementare. Una bimba arrivata da Gaza ci ha scritto: io vi capisco, vi sono vicina. Mandiamo la circolare alle scuole ogni anno, partecipare è gratuito, i costi sono coperti dall’assemblea legislativa. Penso che questa esperienza dovrebbe diventare patrimonio comune anche fuori dall’Emilia-Romagna. Perché le vittime provenivano da tutta Italia».
Già, giusto far conoscere ai ragazzi quello che è successo a Bologna. Il punto però è: cosa viene raccontato? Che Bologna è la nostra Gaza? Che la responsabilità è del Msi e quindi della destra di governo? Che gli unici buoni erano i compagni del Pci? Di certe lezioni ne facciamo volentieri a meno...