Il massimo (del minimo), in tema di propaganda Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali), il sindaco Damiano Tommasi l’aveva raggiunto agli albori del suo mandato arcobaleno col patrocinio a un manuale che illustrava l’inseminazione artificiale fai-da-te, come rimanere incinta col “metodo della pipetta”. La giunta a trazione dem di Verona ha raggiunto una certa notorietà anche per i settanta giorni dedicati alla festa della donna, appuntamento inaugurato dalla presentazione della “Bibbia Queer”, 1.136 pagine che riferiscono di un Gesù trasgressivo, invaghito di Lazzaro e poi di Giovanni. Il “Dio queer” è «strambo, poliamoroso, scandaloso nel senso etimologico del termine, perché pone inciampi al nostro cammino troppo lineare e rettilineo». La Trinità è contro «il modello della famiglia patriarcale» e via andare. I due mesi di questa bislacca festa della donna sono costati più di 30mila euro, soldi dei cittadini ovviamente.
Ora, con gli “schei” dei veronesi, Tommasi s’è messo in testa una nuova idea meravigliosa: patrocinare ma soprattutto finanziare un evento dal titolo “It’s trans time”, e ad oggi non è noto quanto costerà questo tempo trans e dei trans. Si conosce la data, sabato 6 settembre, e anche l’orario, dalle 18 alle 23. L’evento è organizzato da “Pianeta Milk-Arcigay”, associazione che va a braccetto con “Onda Pride”, “Welcome Refugees” e una galassia di sigle antifasciste. «Per ora segnatevi queste informazioni importantissime», scrivono su Facebook gli organizzatori, «condividetelo con l* vostr* amic*! Vi aspettiamo in tantissim*», tutto disseminato di scempi che vogliono annullare le differenze di genere e distruggere ciò che resta della lingua italiana. Per ora si sa che verranno presentati libri, ospiti e alcuni dj.
Fratelli d’Italia non ci sta. La deputata Maddalena Morgante, responsabile nazionale del dipartimento Famiglia, attacca: «Tommasi non si accontenta di registrare bambini di “due mamme”, concede il patrocinio e dà il contributo a un evento “trans” ignorando i reali problemi dei veronesi per abbracciare sempre di più l’ideologia Lgbtq. Perché», chiede Morgante, «non destinare quel contributo per la manutenzione delle strade o dei parchi giochi, a vantaggio di tutta la città? È un’amministrazione sempre più deludente che per coprire la propria inadeguatezza cerca di racimolare consenso avvallando queste ideologie».
Quasi dimenticavamo un’altra impresa dem a Verona, pur di tenore diverso: sarà stata una svista forse, ma la giunta tempo fa è riuscita a piazzare un cesso chimico a ridosso della statua della Patria. Per il sindaco-ex calciatore un autogol dietro l’altro.