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Pd, dem in rivolta contro Schlein: "Sonia Luca esclusa"

di Lorenzo Cafarchio sabato 13 settembre 2025

3' di lettura

Come dicevano nei telefilm di qualche tempo fa quando iniziava una nuova puntata? Negli episodi precedenti. Nella giornata di ieri vi abbiamo dato conto, proprio su queste colonne, delle dimissioni in massa del Partito Democratico di Pisa per l’esclusione di Sonia Luca assessore di Pontedera - comune della provincia pisana di circa 30mila abitanti- dalla lista dei dem in vista delle regionali in Toscana. Davanti a questo affronto gli esponenti locali del Pd non potendo salire sull’Aventino vista la lontananza hanno deciso, metaforicamente, di ritirarsi sul Monte Pisano.

MANUALE CENCELLI
La solita organizzazione ingarbugliata degna del miglior Filini. Liste e listini locali che dovevano comprendere quattro uomini e quattro donne ripartite in equa distribuzione tra schleiniani e bonacciniani - perché in Toscana il congresso ha visto i due sfidanti in parità- come il Manuale Cencelli impone. Ma le porte chiuse alla Luca hanno generato l’ennesimo mal di pancia in casa Pd. Il primo a cercare di metterci una pezza è stato il governatore, in cerca di conferma elettorale, Eugenio Giani. «Sono andato fisicamente a Pontedera ieri l’altro e ho offerto a Sonia Luca, visto il problema che c’è stato con il Partito Democratico, di essere nella mia lista». E invece nulla la mano tesa è stata prontamente rifiutata. Giani ha aggiunto che «lei preferisce continuare la sua battaglia, il suo impegno, che è l’impegno per la Valdera, nel Pd e io lo vivo con molto rispetto».

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Questo rispetto non è stato avvertito dalle amministratrici pisane dei dem che hanno scritto una lettera aperta, vergata col fuoco, al loro segretario Elly Schlein. «Scriviamo confidando che tu, segretaria, donna e femminista, colga fino in fondo la gravità di quanto sta avvenendo e la necessità di scongiurare che si replichi ancora una volta uno schema tutto maschile, fatto di esclusioni e sottorappresentanza femminile». Continua la missiva. «Dalla proposta di lista risulta cancellata una candidatura femminile che era stata proposta e sostenuta all’unanimità da un intero territorio e un’intera comunità tra le più autorevoli, forti e rappresentative per storia e militanza della nostra provincia». Polemiche e divisioni senza soluzioni di continuità, il tutto dopo settimane e settimane in cui la truppa toscana di Elly è rimasta appesa alla piattaforma del voto del Movimento 5 Stelle, per non parlare delle altre beghe in giro per l’Italia intera. L’epistola non è finita qui.
«La sua esclusione», proseguono le agguerrite amazzoni del Partito Democratico, «rappresenta un fatto grave e inaccettabile perché privo di ragioni chiare e di qualunque criterio leggibile e trasparente se non quello forse di essere tra le vere e più competitive candidature messe in campo nella lista del collegio di Pisa». Clima sempre meno rilassato. Dopo una vita in cui lo zenith è stata la lotta al patriarcato trovarselo nei listini elettorali dev’essere stato un colpo troppo basso. Mascolinità tossica anche nell’urna: un incubo senza fine. Il grido contro la sopraffazione quando poi la sopraffazione, dietro tua stessa ammissione, l’hai in casa. Tempi sempre più duri per l’armata Brancaleone del Pd.

NUMERI
Il sessismo non basta e allora mettiamoci anche un po’ di numeri. «Un dato parla chiaro infatti: le quattro candidature maschili rappresentano partiti di comuni che, insieme contano circa 285mila abitanti». Invece volete sapere le tre candidature in rosa quanto valgono? «Complessivamente raggiungono appena 9mila abitanti». Una Caporetto totale. Le donne messe all’angolo. Il mio segretario di partito con 30mila lire le liste le fa meglio, per dirla parafrasando Aldo, Giovanni e Giacomo. E poi l’ultimo accorato appello delle amministratrici pisane alla Schlein: «Non ci rassegniamo a un Pd che resta, nei fatti, un partito di uomini, governato da logiche maschili e da un’impostazione profondamente ingessata e segnata da logiche e pratiche che escludono le donne, soprattutto quando autonome, forti e libere». La pietra tombale. Discriminate da chi vede discriminazione dietro ogni angolo tranne nel proprio a quanto pare.

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