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Ilaria Salis, la lettera del carabiniere: "I tuoi soldi non valgono la mia dignità"

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venerdì 17 ottobre 2025
Ilaria Salis, la lettera del carabiniere: "I tuoi soldi non valgono la mia dignità"

2' di lettura

Le parole di Ilaria Salis sui fatti di Castel d'Azzano, dove tre carabinieri hanno perso tragicamente la vita, hanno suscitato uno sgomento generale. Secondo l'europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra c'è "una campagna d’odio promossa dai soliti giornali — se così vogliamo definirli — e rilanciata dalle forze politiche di destra" a fronte delle critiche ricevute. Così un carabiniere si è sentito in dovere di rispondere alle solite accuse lanciate dalla Salis. E lo ha fatto pubblicando una sorta di lettera aperta su Facebook.

"Cara Ilaria Salis, ad appena 17 anni e 2 mesi, (1976) ero già in Sardegna arruolato - ha scritto su Facebook -, ho dedicato la mia gioventù, ho perso ferie, nottate, matrimoni di amici, funerali, domeniche, ferragosti, ho perso colleghi, ai tempi, le BRIGATE ROSSE (lei non sa chi erano) ci sparavano come fossimo bersagli, ho rischiato tutto per quattro soldi, per uno stipendio che mai bastava, ho fatto carte che neanche il miglior avvocato, avendo io solo la 5^ elementare! Ho rischiato la vita molte volte, (neanche i miei famigliari lo sanno, non lo sapranno mai) ho gioito insieme ai miei fratelli, altri 3 in casa arruolati e quelli che indossano la divisa, mentre persone come Lei SIGNORA Salis, col pugno chiuso a sinistra e il portafogli a destra, agli scioperi mi tiravate pietre, mi insultavate, mi minacciavate di morte. SIGNORA Salis, sa quante volte ho messo a rischio la mia vita per salvare quella di uno sconosciuto? Ho portato conforto a persone bisognose, mentre il mio cuore e la mia anima dentro piangevano, sarei voluto scappare per evitare di soffrire il dolore di un altro".

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E ancora: "SIGNORA Salis, molte volte, mentre tutti scappavano spaventati, col cuore in gola, io correvo nella direzione opposta, ho sempre perdonando chi sbagliava nei miei confronti. Mi sono preso sulle spalle responsabilità troppo grandi che non mi spettavano, ho pensato che, era giusto così, solo per aiutare un altro mettendomi nei suoi panni. Ho passato notti insonni, giorni lontani dai miei affetti, senza fiatare, senza lamentarmi, solo per salvaguardare la sicurezza altrui. Cara SIGNORA Salis, un minimo di rispetto verso i colleghi morti e per i fratelli feriti nell'esplosione. SIGNORA Salis, le ricordo un vecchio detto che dice ,,,,, sul cadavere dei Leoni festeggiano i cani, ma, i Leoni restano Leoni e i cani restano cani. SIGNORA Salis, Tutti i suoi soldi, NON POTRANNO MAI COMPRARE UN CENTESIMO DELLA NOSTRA DIGNITÀ Il tempo sarà galantuomo. io, Gregorio Cortese, matricolo SENZA-19-1959, meccanografica 170475 CT"