Alla fine parla Sigfrido Ranucci, rovinando "la festa" a Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Il leader del Movimento 5 Stelle organizza a piazza Santi Apostoli a Roma una grande manifestazione di solidarietà per il giornalista di Report colpito da un attentato la scorsa settimana.
Accorre la segretaria del Pd e altri esponenti dell'opposizione, perché l'obiettivo è chiaro: "Difendere la libertà di stampa" colpendo il governo. Peccato per loro che in piazza ci siano anche esponenti di Fratelli d'Italia e di Forza Italia. E che lo stesso Ranucci, intervenuto in chiusura, getti acqua sul fuoco della polemica politica fino a quel momento imbastita dall'ex premier e dalla sua sodale.
"Non credo che la democrazia in Italia sia a rischio". premette Ranucci contestando però "una crescente difficoltà nel fare libera informazione. E' un problema non solo italiano, ma generale". E ancora: "Mi fa piacere vedere in piazza, insieme al campo largo, anche una delegazione di Fratelli d'Italia. E' un bel segnale", per poi sottolineare: "Ho ricevuto la solidarietà da parte del governo, la premier Giorgia Meloni mi ha chiamato". E tanti saluti ai guardiani della libertà giallorossi.
Conte non sembra averla presa bene: "Io credo che la politica non possa limitarsi a qualche gesto formale, a un gesto di circostanza, la politica deve essere conseguente, con atti concreti, quindi chiedo a Fratelli d'Italia di ritirare le querele, le sorelle Meloni diano le indicazioni per farlo, nei confronti di Ranucci e di tutti i giornalisti, con la schiena dritta, che fanno il loro dovere. E sblocchino la commissione di Vigilanza Rai, è un anno che è bloccata perché le forze di maggioranza mettono sotto ricatto quelle di opposizione per la presidenza", scandisce il leader pentastellato a margine della manifestazione rispondendo a chi gli fa notare la presenza degli onorevoli Malan, Bignami, Donzelli e Montaruli di FdI.
Non solo. Mentre Conte protesta, Ranucci lo smonta di nuovo: "Ho ricevuto decine di querele temerarie, ne sono arrivate altre due anche oggi. Nessuna è stata ritirata. Credo che i giornalisti debbano essere messi nelle condizioni di resistere alle pressioni che siano economiche, politiche o criminali perché spesso coincidono nella stessa figura dell'editore locale. Serve garantire equo compenso e tutele reali. Credo che la difficoltà di accettare le inchieste derivi anche dal fatto che la destra è meno abituata a governare e quindi guarda con sospetto alle critiche. Io ho ricevuto denunce e querele da mezzo governo, da esponenti di Fratelli d'Italia, da La Russa, Urso e Gasparri, ma alcune di queste sono state ritirate: è un bel segnale per la democrazia".
"Nel momento in cui c'è un appello da parte di un partito lo abbiamo raccolto in maniera sincera, privo di connotazione polemiste o partitiche riteniamo che tutti possano portare una testimonianza", spiega a sua volta il capogruppo dei deputati FdI Galezzo Bignami, in piazza. Ritirare querele a Travaglio? "Sono due cose diverse, un conto è l'esercizio di un diritto di difesa, che è un cardine del nostro stato di diritto, una cosa è essere attaccati. Noi vogliamo credere nell'appello sincero che ha fatto Conte perché crediamo nella libertà di stampa, che non è a rischio, ma non bisogna darla per scontata".