Dal verde e giallo del sole che ride, al verde-bianco-rosso-nero della bandiera palestinese. Dai sassi dell’Adige branditi in parlamento – la Meloni ha prosciugato il fiume! – all’infatuazione per il Corano. I Verdi, allargati all’Alleanza Verdi Sinistra, sono diventati un partito mediorientale. Te lo do io l’ambiente! Ormai manca solo il Bonelli con tunica e sandali, chissenefrega se riciclati; alla Camera il pasdaran Grimaldi indossa già la kefiah; l’eurodeputata Scuderi, quella che ha sbagliato a votare sul riarmo europeo – d’altronde i tasti erano due – ha flottato verso Gaza e i pirati israeliani, argh, le hanno sequestrato la crema solare. Lei, stoicamente, ha resistito. Inshallah.
L’ultima volta che i Verdi hanno parlato di verde – ricorre quasi il primo anniversario dell’esibizione, auguri – è stato quando il Bonelli s’è esibito in parlamento nel “Ragazzo della via Gluck”. Là dove c’era l’erba ora c’è/ una città/ e quella casa/ in mezzo al verde ormai, dove sarà? Il barbuto Grimaldi, attirato dal canto come Ulisse, è tornato in aula di corsa per rientrare nell’inquadratura. L’arruffatissimo e molleggiato Angelo cantava contro l’urbanizzazione di Milano. “Tale e quale show”, quasi. Meglio la “Corrida”, anche se non c’è più Corrado. $ stata una parentesi, un apostrofo tra le parole Souma(e)horo. Per il resto da tre anni a questa parte gli ambientalisti si sono occupati di tutto tranne che d’ambiente, invero una scelta azzeccata, il che fa riflettere.
METAMORFOSI
l’ambiente e non solo c’entrava come Fratoianni con la difesa dei confini, ha raddoppiato i voti (veleggia attorno al 6,5). La perla, non di Labuan, è Ilaria Salis, e però la ciurma inizia a farle concorrenza. All’arrembaggio! I Verdi italiani sono sempre stati marginali tranne per il famigerato referendum contro il nucleare, impresa per cui paghiamo le bollette il doppio della Francia. In altri Paesi europei, su tutti la Germania, le follie green hanno portato i Verdi al governo. Nel 2008, in Italia, i Verdi non sono riusciti a fare eleggere in parlamento neanche un rappresentante. Idem nella scorsa legislatura europea.
Poi, per iniziare a prendere voti, ecco la conversione sulla via dei centri sociali e della battaglia anti-israeliana. Free, Free Palestine!
I PROTAGONISTI
Tra gli ultimi innesti spicca la signora Souzan Fatayer, «’na palestinese napultiana» ha scritto nel suo santino (islamico) elettorale in vista delle Regionali in Campania. È quella che ha rilanciato sui social il video con scritte inneggianti a Hitler, sennonché per la sinistra lo scandalo è stato quello di Paolo Mieli che ha definito la signora «leggermente sovrappeso». E poi, rieccoci – squilli di tromba – c’è il nuovo pupillo di Avs candidato in Veneto: di nome fa Francesco, di cognome Orecchio, fa il pianista e l’estate scorsa all’Arena di Verona tra il primo e secondo atto di Aida ha proiettato sul maxischermo la bandiera palestinese con la scritta “Stop genocidio”. Una tale impresa pro-Pal andava premiata. «Non temo conseguenze», aveva detto fiero, «mi sono assunto le responsabilità del mio gesto, per ora non c’è stata alcuna ripercussione». Già due mesi prima, a giugno alla prima del Nabucco, ha informato, aveva «avviato una riflessione su quella terra celebrata dalla grande musica di Verdi dove si sta consumando un genocidio. L’atto pratico», eroico, «l’ho meditato nei giorni precedenti al mio ultimo giorno di lavoro. Avevo visto l’appello lanciato da Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena, “Disertiamo in silenzio”». La sua guida spirituale è l’intellettuale conteso da Gruber e Formigli. Per la sua iniziativa (non di Formigli) che nulla c’entrava con la principessa etiope né con Radamès – non ci risulta nemmeno con Amneris la figlia del faraone – l’Orecchio pare che stesse per essere definitivamente tappato dal Festival Lirico, e a questo punto è scattato l’intervento salvifico degli otorini della Bonelli&Fratoianni, ditta specializzata.
SALVATAGGIO
Al pianista anti israeliano hanno offerto un ruolo da consigliere nell’ex Serenissima. «Questo teatro è bellissimo», aveva proseguito parlando dell’Arena, «ma se il mio nome sarà cancellato dalla lista dei lavoratori, pace». S’è iscritto all’agenzia interinale rossoverde il cui vessillo ora è anche nero e bianco. Alle elezioni politiche del 2027 pare che scenderà in campo il partito pro-Pal: a Roma ne hanno parlato Potere al Popolo, il sindacato Usb e i movimenti antagonisti. Potrebbe essere un derby con Bonelli e Fratoianni. Hasta la kefiah, siempre! P.s. Il rosso-green Grimaldi, lo ha scritto lui nella dichiarazione patrimoniale depositata in parlamento, guida una macchina a benzina. Al posto del clacson il canto del muezzin.