Cara Elly, che la matematica non fosse il tuo forte è cosa ormai nota. Ma non serviva rimarcarlo anche da Fazio. Già festeggiando una scontata vittoria in Toscana, la segretaria dem aveva provato a convincerci che il campo largo- sommando i risultati di Toscana, Calabria e Marche- aveva raccolto più voti del centrodestra. Calcolatrice alla mano, i risultati parlano chiaro: un milione e 253 mila voti a sinistra, un milione e 264 mila voti a destra. La matematica non è un’opinione.
Ma Schelin rilancia e raddoppia. «Quando sono diventata segretaria del Pd avevamo un partito che qualche commentatore dava sulla via dell’estinzione, stavamo al 14% nei sondaggi», ha detto a Che Tempo Che Fa. E ancora: «Non ho visto tanti partiti in Europa crescere di 10 punti nel giro di un anno, arrivando al 24% delle Europee». Qualcosa non quadra però. Ha la memoria corta la leader dem dato che, con una semplice ricerca su Google, si può recuperare l’ultima Supermedia realizzata da Youtrend- il sondaggio che riunisce i risultati elaborati da diversi istituti demoscopici - prima dell’elezione della Schlein a capo della segreteria. E no, il Partito democratico non era sondato al 14%, bensì al 16,9%: quasi tre punti in più. Da qui, sempre per quell’antico paradigma che vuole la matematica come una scienza esatta, 24 meno 16,9 non fa 10 ma 7,1. Una crescita sicuramente significativa, sia ben chiaro, ma lontana da quella doppia cifra sbandierata da Elly e, soprattutto, frutto di molteplici fattori che esulano dalla sua leadership. Da un lato la scarsa competitività del Movimento 5 Stelle in ogni tornata elettorale che prevede le preferenze; dall’altro, la presenza nelle liste piddine di grandi portatori di voti personali (vedi Decaro e Bonaccini), che poi però non si traducono in consensi organici al Pd.