Due consiglieri comunali del Partito Democratico, non avendo trovato posto in lista, si sono candidate in una lista civica, sempre a sostengo di Antonio Decaro. Ed è venuto giù il finimondo. Si tratta di Irene Cornacchia consigliere comunale di Trani e Daniela Maiorano di Andria. Siamo nella sesta provincia, la Bat, quella di Francesco Boccia, che è di Bisceglie.
L’uomo di Emiliano al Nazareno, ora alla corte di Elly Schlein, non controlla il Pd a casa sua, non riuscendo mai a essere stato eletto con le preferenze, ma solo nel listino bloccato. E allora mesi fa ha commissariato il partito provinciale, mandando Dario Parrini come commissario. Il quale ieri per ieri ha cacciato le due consigliere comunali dal Pd. Neanche per i consiglieri regionali che in Puglia sono accusati di scambio elettorale politico mafioso i vertici del Pd sono stati così severi. Ieri Dario Parrini ha inviato alla commissione regionale di garanzia del partito l’istanza di espulsione delle consigliere comunali Irene Cornacchia e Daniela Maiorano, avviando così la procedura per il loro allontanamento.Il provvedimento spiega una nota del partito - «comporta inoltre che entrambe, per i prossimi cinque anni, non potranno più rappresentare il Pd né essere tesserate al partito».
Secondo il commissario «la candidatura di due consigliere comunali del Pd in una lista civica è un atto politico grave e da stigmatizzare», dichiara Parrini. Eppure entrambe sono a sostengo di Decaro. Finora hanno sempre detto che il centrosinistra deve aprirsi alla società civile, e ora invece la espellono. E addirittura il commissario provinciale annuncia ulteriori provvedimenti anche nei confronti di tutti coloro che ricoprono cariche istituzionali e di partito e che sosterranno altre liste: «Qualora accada sarà chiesta l’espulsione immediata».
Ma in realtà si tratta solo di una sceneggiata. Le due consigliere autonomamente e contestualmente alla candidatura nella lista civica, la scorsa settimana, avevano già rassegnato e comunicato tramite pec le loro dimissioni dal Pd. Tant’è che proprio Francesco Boccia era insorto: «In Puglia le liste civiche in alcuni casi rischiano di chiudersi in una ridotta del ceto politico escluso. Sono certo che Antonio Decaro saprà impedire ogni deriva trasformistica e vietare candidature opache o di comodo che se dovessero esserci saranno da noi denunciate pubblicamente». Decaro ovviamente non si è messo in mezzo, sapendo di avere in casa un cavallo di troia rappresentato da Michele Emiliano e tutti i suoi fedelissimi. Infatti il vero motivo della esclusione delle due consigliere è che possono togliere voti al candidato di Emiliano e di Boccia, ovvero il segretario regionale del Pd Domenico De Santis, stipendiato dalla regione Puglia e legato a Emiliano. De Santis che pur essendo di Bari, si candida nella Bat. Per non rischiare, come alla scorsa tornata, di rimanere fuori dietro candidati con più preferenze. Mentre nella Bat può contare del sostegno di Boccia. Quindi per fare posto al candidato di Bari, hanno cacciato le candidate di quella provincia.
Per la stessa ragione a Brindisi è rimasto fuori dalle liste del Pd l’assessore al bilancio Fabiano Amati. Anche lui finito in una civica. Anche Amati si è scagliato contro il segretario regionale De Santis: «Va dicendo, forse contando sull’aiuto di Francesco Boccia- serbatoio inesauribile di voti nella Bat- che va in quella provincia “per salvarla”. Ma salvarla da che? Insomma, vuole fare con me la parte di Andrey Vyshinsky, il procuratore delle purghe staliniane, ma dimentica un dettaglio: Vyshinsky era davvero uno dei padroni del mulino; lui, invece, è solo una pulce che si crede mugnaio perché l’hanno spinto nella farina, ne è uscito, si è guardato allo specchio e si è visto tutto imbiancato».